L'Amore che Risorge!

5 febbraio 2012 
V domenica Tempo Ordinario – B
Gb 7,1-4.6-7 ; Sal 146 ; 1Cor 9,16-19.22.23 ; Mc 1,29-39
In questa 5^ domenica del Tempo ordinario, Pasqua della settimana, la Parola di Dio ci porta a riflettere su uno dei momenti della nostra vita ai quali non vogliamo mai pensare: la sofferenza. In realtà, la sofferenza di cui parleremo, non sarà quella legata al nostro corpo ma sarà quella ben più dolorosa legata allo spirito.
Conosciamo tanti modi per dire la situazione in cui si trova chi soffre, il Vangelo ce ne pone uno antico ma, a mio parere, molto efficace: “Venuta la sera". Mi piace particolarmente perché dice il senso di smarrimento in cui vive chi è nel dolore. Quando il sole non c’è più, e magari la luna è vuota, e non ci sono neppure luci elettriche (come al tempo di Gesù) o fuochi accesi, non è facile trovare l’orientamento. E il Vangelo parla chiaro: chi viene guarito alla luce del sole, risorge (questo è il termine usato dall’evangelista e tradotto con “la fece alzare”), chi invece viene guarito dopo il tramonto del sole viene solo liberato dalle malattie che lo tengono legato.
Ma questo sole cosa è? Chi è? 
Abbiamo ascoltato: “Al mattino presto … quando era ancora buio”. Nel testo originario si dice “di buonora, in notte fonda”. Cosa succede? Gesù si mette a pregare. 
Mi piace vedere in queste poche righe l’immagine di Gesù che intercede per noi presso il Padre. Una preghiera la sua d’implorazione affinché le tenebre che ci oscurano la vista possano diradarsi e nella nostra vita possa risplendere alto il sole. Quello stesso sole che è Dio stesso, Colui che da la vita, la vita eterna. Sarà quello che succede il mattino di Pasqua, quando le donne vanno al sepolcro e, “sorto già il sole” (dice l’evangelista Marco), lo riconobbero.
La situazione di malattia fisica è l’emblema della grande malattia dello spirito. Non ci pensiamo mai che la nostra anima può ammalarsi e … morire!
Chi ha fatto esperienza di risurrezione, chi come la suocera di Pietro è stata risanata dalle tenebre che la tenevano attaccata al letto, chi come Paolo è stato risanato dalla cecità che lo teneva lontano dalla Verità, non può fare altro che mettersi in moto e dire con i gesti e le parole ciò che ha sperimentato. L’abbiamo sentito: la suocera di Pietro si mette subito a servire Gesù e i suoi amici; Paolo dice che “si fa tutto a tutti”. 
La Carità, l’Amore (che poi è la stessa cosa!) non può nascere dal nulla. Noi vogliamo fare in modo che gli altri ricevano azioni e parole buone da parte nostra, ci illudiamo noi di essere buoni con gli altri, ma la realtà è una sola: se non mi lascio toccare dal Risorto, se non mi lascio Amare da Lui, se non prendo la sua mano per rialzarmi, non posso fare nulla, sono semplicemente una canna sbattuta dal vento o un cembalo che tintinna, non potrò mai trasmettere agli altri l’Amore di Dio perché io stesso non l’ho mai accolto.

Signore Gesù, aiutami ad aprire il mio cuore al tuo Amore. Scalda il mio cuore affinché possa riscaldare coloro che soffrono il freddo della vita e bussano alla mia povera porta.

Padre di misericordia, ascolta la preghiera di tuo Figlio Gesù ed esaudisci la sua richiesta di alzare le tenebre che mi tengono disperso in questo mondo.

Spirito Amore, guidami attraverso questo buoi nel quale mi sono disperso perché possa risorgere ogni giorno e possa iniziare così a godere della gioia della Pasqua eterna. 
Anem

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