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Visualizzazione dei post da febbraio, 2015

Gesù vero uomo e vero Dio.

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1 marzo 2015 II domenica di Quaresima Gen 22,1-2.9a.10-13.15-18 ; Sal 115(116) ; Rm 8,31b-34 ; Mc 9,2-10 In questa 2^ domenica di Quaresima, Pasqua della settimana, la Parola di Dio sembra aiutarci ad entrare in maniera sempre più profonda nel grande mistero della Pasqua. Spesso parlando con i ragazzi mi sorge il dubbio che nell’aria ci sia una grande confusione a riguardo di Gesù. Le letture di oggi, ed il mistero pasquale al quale ci stiamo preparando, devono aiutarci a superare questa confusione. La seconda lettura, tratta dalla lettera di San Paolo ai Romani, fa da cerniera al tutto, sembra, infatti, mettere insieme le due nature di Gesù: quella umana e quella divina. La figura di Isacco che troviamo nella lettura tratta dalla Genesi, infatti, è immagine di Gesù, il Figlio unigenito di Dio sacrificato per l’umanità. Non è facile restare indifferenti al racconto del sacrificio di Isacco, non esistono parole per spiegare razionalmente ciò che vi è descritto, né dal pun

Ripartiamo dall'inizio!

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22 febbraio 2015  I domenica di Quaresima Gen 9,8-15 ; Sal 24 (25) ; 1Pt 3,18-22 ; Mt 4,4 In questa prima domenica di quaresima la parola di Dio ci riporta al punto di partenza del nostro cammino di fede. Le acque del diluvio di cui si parla nella prima e nella seconda lettura , infatti , ci riportano al giorno del nostro battesimo. Sembra quasi che la liturgia di oggi ci voglia chiederci se desideriamo riconfermare il nostro cammino con Gesù. Il giorno del battesimo non hai scelto tu di seguire Gesù, qualcuno che ti vuole bene ha desiderato farti iniziare il viaggio che lui stesso stava facendo; il giorno della cresima invece sei stato tu a confermarlo ma, diciamocelo chiaramente, quanti di noi il giorno della cresima sapevano cosa stavano facendo!  Oggi, all’inizio della Quaresima di nuovo questa domanda: quanto sul serio stai prendendo il tuo cammino con Cristo? Non si tratta di soli quaranta giorni che ci separano dal taglio della colomba pasquale, si tratta del cammin

Siamo ancora capaci di penitenza?

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18 febbraio 2015 Mercoledì delle ceneri Gl 2,12-18 ; Sal 50(51) ; 2Cor 5,20-6,2 ; Mt 6,1-6.16-18 Iniziamo quest’oggi un periodo di penitenza che ci accompagnerà fino al giorno della Pasqua. Mentre cercavo di comprendere per me stesso, in questa nostra società cosa vuol dire penitenza e, soprattutto, se questo sentimento è ancora vivo oggi, ho deciso di cercare il suo significato letterale. Ecco cosa ho trovato: “ sentimento di profondo dolore e rammarico per un’offesa recata alla divinità, o per atti proprî giudicati e sentiti come tali a causa delle conseguenze che ne derivano a singole persone o a una collettività [1] ”. Dopo questa definizione mi sono detto che forse oggi siamo qui in chiesa per mera abitudine. Quando mai proviamo un profondo dolore e rammarico per un’offesa fatta a Dio? Un passo indietro: noi offendiamo ancora Dio? Oppure: quando le conseguenze dei miei gesti possono far scaturire in me il dubbio che ho compiuto un atto offensivo nei confronti di Dio?

La lebbra della parola.

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15 febbraio 2015 VI domenica TO Lv 13,1-2.45-46 ; Sal 31(32) ; 1Cor 10,31-11,1 ; Mc 1,40-45 In questa 6^ domenica del Tempo Ordinario, Pasqua della settimana, la Parola di Dio cerca di metterci in guardia su un male che non solo rovina noi stessi ma impedisce a Dio di entrare nel cuore degli uomini. Abbiamo sentito come venivano trattati i lebbrosi al tempo di Gesù, nel prima lettura, tratta dal libro del Levitico, ci è stata consegnata una piccola parte del lungo insegnamento su come trattare i casi di lebbra. Di fatto non era considerata semplicemente come una malattia dove il malato viene visto con compassione e viene assistito, il lebbroso è impuro, non è degno di stare vicino a nessuno, la lebbra è l’anticamera della morte. Nessuno poteva avvicinarsi ad un lebbroso e nessun lebbroso poteva vivere all’interno delle mura cittadine. Esiliati nel deserto, abbandonati a se stessi ed alla propria fine. Gesù invece prova compassione per quella malattia. Si avvicina al lebbro

Pur essendo libero, mi sono fatto servo di tutti ...

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8 febbraio 2015 V domenica TO Giornata del seminario diocesano Gb 7,1-4.6-7 ; Sal 146 (147) ; 1Cor 9,16-19.22-23 ; Mc 1,29-39 In questa 5 domenica del tempo ordinario, Pasqua della settimana, ci viene presentata una giornata di lavoro di Gesù. Nel Vangelo appena proclamato il primo atteggiamento di Gesù, anche se non detto esplicitamente, è quello di compassione nei confronti degli ammalati, di empatia direbbero oggi gli psicologi, ovvero un atteggiamento di vicinanza tale che porta Gesù a non poter non intervenire per togliere loro dal dolore e dalla sofferenza. E così guarisce anzitutto la suocera di Pietro e subito dopo “ molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demoni ”. Giornata difficile ed emotivamente pesante, eppure questo non vieta a Gesù di alzarsi presto al mattino “ quando ancora era buio ” per ritirarsi in un luogo deserto e pregare. Ed è proprio nella preghiera che Gesù ritrova le forze per superare ogni fatica ed ogni ostacolo, e proprio ne