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Visualizzazione dei post da aprile, 2012

Un recinto grande come l'Amore

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29 aprile 2012  IV domenica di Pasqua At 4,8-12 ; Sal 117(118) ; 1Gv 3,1-2 ; Gv 10,11-18 Questa quarta domenica di Pasqua non mi è mai facile preparare l’omelia. La figura del buon pastore mi porta infatti a fare una riflessione su di me come pastore e come sacerdote pastore del popolo di Dio. Certo questi pensieri sono rivolti a tutti coloro che nel mondo si fanno testimoni di Gesù. Se per me questo vuol dire riflettere sul mio modo di testimoniarlo a coloro che mi incrociano nel ministero, per un padre di famiglia vuol però dire riflettere su come è testimone di Gesù nella sua famiglia. E poi tutto questo vale anche per tutte le attività che facciamo. Quanto siamo “buon pastori” in ogni nostra attività? Non si tratta solo della differenza tra mercenari e pastori, Gesù ci invita a qualcosa ben più eccellente, ci chiede di essere buoni pastori. Non so se è chiara la differenza. Prendiamo per esempio un settore che ci tocca da vicino: il medico. Ci tocca da vicino perché ne va

PACE

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22 aprile 2012 3^ domenica di Pasqua At 3,13-15.17-19 ; Sal 4, 2-9 ; 1Gv 2,1-5a ; Lc 24,35-48 È incredibile! Gesù continua a farsi vedere dai discepoli e   loro continuano a non riconoscerlo! Non solo, continuano a cercarlo con lo stesso aspetto di quando era vivo, o meglio nelle stesse forme di quando era vivo. Gesù è diverso, ma continua ad avere lo stesso corpo di prima. Per dirlo con una parola evangelica il corpo di Gesù è ormai trasfigurato per sempre. Ricordate sul monte tra Mosè ed Elia? Quando Pietro Giacomo e Giovanni assistono increduli a quello spettacolo? E Pietro come un pesce lesso dice “Che bello qui facciamo tre tende?” Ecco allora non era il momento, era una sorta di trailer pubblicitario della vita futura. Ora è la pienezza di quell’evento! E neppure loro tre che hanno avuto quel privilegio lo comprendono! Da parte mia è molto consolante tutto questo.   Se hanno fatto fatica loro a comprendere permettete che possa essere faticoso anche per me. Ma c’è una s

Si certo! Come no!

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15 aprile 2012 2^ domenica dopo Pasqua At 4,32-35 ; Sal 117(118) ; 1Gv 5,1-6 ; Gv 20,19-31 In questa 2^ domenica dopo pasquaci viene presentata la bella figura di Tommaso. Penso che tutti noi restiamo affascinati da questo apostolo, per me almeno è così. È talmente sconvolto dagli eventi che gli stanno accadendo attorno che non riesce neppure a credere a ciò che i suoi amici gli dicono. E come dargli torto? Gesù lo ha visto morto, non era una finzione, e come può ora essere stato in quella stanza vivo? I suoi amici tutti entusiasti gli dicono “Abbiamo visto il Signore” e lui … e noi cosa avremmo detto? Pensiamo a quando incontriamo un amico che ha fatto un’esperienza spirituale fantastica, che ne so. Un giovane di ritorno dalla GMG o da un mese di cammino verso Santiago, qualcuno di ritorno da un pellegrinaggio mariano (Lourdes, Fatima, … Medjugorje) o da padre Pio. Ti dice: “Ho incontrato Dio”. E tu cosa rispondi “Si, certo! Come no!” Non è per nulla semplice credere un’aff

Salvati dalla luce

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Veglia pasquale Stiamo celebrando il mistero centrale della nostra fede. Senza questo evento salvifico non avremmo il cuore in pace. È proprio grazie a questo mistero che possiamo accendere in noi la speranza. Quale speranza? Quella che le sofferenze e le tribolazioni di questa vita non sono fini a se stesse. La speranza che il Cristo , crocifisso e risorto , ci sta attendendo nel suo e nostro Regno di Pace e di Gioia. La questione non è qual è la differenza tra la vita e la morte. Il Risorto non ci presenta il regno dei morti ma quello dei vivi. La questione quindi è qual è la differenza tra la vita e la vita, tra la vita finita e la vita eterna.  La differenza è tutta racchiusa in quella piccola fiammella che all’inizio di questa celebrazione ha illuminato tutta la chiesa. Senza la fede la nostra vita è buia, senza la fede la nostra esistenza non ha una meta. Senza la fede non ha senso impegnarsi per superare le difficoltà che incontro quotidianamente. Quella piccola fiammella mi

Una cena con e per noi

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Giovedì santo In questo giorno la liturgia ci propone la celebrazione dell’ultima cena di Gesù. Una cena veramente particolare. Gesù compie dei gesti e chi sta attorno a lui non comprende. È la cena pasquale, quel rito che ogni pio ebreo compie nel ricordo della liberazione dalla schiavitù d’Egitto, ma Gesù aggiunge qualcosa. E poi quelle parole “ Uno di voi mi tradirà ” seguite dall’ansia di dover sapere chi (“ Sarò forse io? ”). È l’ansia e la domanda di chi sa di non essere totalmente dalla parte della ragione, o in un modo o in un altro tutti o quasi tutti tradiscono Gesù. L’unico puro è il giovane Giovanni che non abbandonerà il maestro neppure sotto la croce. E che dire poi di quel gesto di umiliazione, la lavanda dei piedi, accompagnato da quelle parole così enigmatiche? “ Vi ho dato l’esempio perché anche voi facciate come io ho fatto a voi ”. Cosa mai vorrà dirci? Immagino le facce dei discepoli piene di punti di domanda. E noi oggi che rifacciamo tutti quei gesti

Pasqua

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S. Pasqua 2012  Il Santo Padre nel suo messaggio per la quaresima ci invitava a riflettere sulla carità. E penso veramente che non esista giorno migliore della Pasqua per parlarne.  Carità come amore verso il fratello, come correzione fraterna, come crescita spirituale condivisa.  È un punto di vista diverso dal solito, normalmente chiamiamo carità il fare l’elemosina o l’offrire un boccone a chi è nel bisogno. Il Papa ci invita a riportare l’attenzione sui bisogni più spirituali e quindi intimi dell’uomo. Dopotutto Dio poteva inviare selvaggina ai popoli che morivano di fame, come fece per il popolo ebraico nel deserto, poteva rendere potabili tutte le acque per eliminare la sete, poteva immobilizzare tutti coloro che commettono azioni malvagie, poteva … invece ha deciso il sacrificio del suo Figlio, perché solo in questo modo ha potuto sanare i cuori degli uomini.  I mali del giorno d’oggi sono l’indifferenza verso l’altro, il disinteresse che nasce dall’egoismo. Ma siamo bravi anc