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Visualizzazione dei post da marzo, 2016

Vi ho dato l'esempio ... Quale?

24 marzo 2016 Giovedì Santo – Cena del Signore In questo giorno santo noi siamo soliti mettere in evidenza un aspetto particolare dell’ultima cena di Gesù raccontato solo dall’evangelista Giovanni: la lavanda dei piedi. È caratteristico, soprattutto laddove lo si mette in scena, se poi ci sono dei bambini … rischia di diventare la recita di Pasqua. Si tratta invece di un gesto molto intimo e ricco di significato. Giovanni descrivendolo ha voluto dire ciò che Gesù per tutta la sua vita a fatto: la vicinanza agli ultimi, ma non a quelli che stanno lontano, bensì a quelli che mangiano in casa con te e con i quali magari hai qualche questione in sospeso. “ Vi ho dato un esempio perché anche voi facciate come io ho fatto a voi. ” Quale è questo esempio? Anzitutto un esempio di imparzialità: tutti sono uguali difronte a Gesù. Non fa delle precedenze, non si dice che prima lava i piedi a Pietro e per ultimo a Giuda l’iscariota o viceversa. Gesù inizia a lavare i piedi con il prim

... cavalca un asino, un puledro figlio d’asina

20 marzo 2016 Domenica delle palme In questa domenica in cui riviviamo l’ingresso solenne di Gesù in Gerusalemme, vogliamo soffermare il nostro sguardo su un protagonista che spesso va nel dimenticatoio: l’asino. Gesù manda i suoi discepoli nel villaggio di fronte a slegare un asinello. Potrebbe essere una trovata dell’autore per sottolineare il realizzarsi delle profezie: “Umile, cavalca un asino, un puledro figlio d’asina”. Ma non è così, infatti Gesù sottolinea che ne ha bisogno. È un’esigenza quella di Gesù di avere un asinello da cavalcare per entrare in Gerusalemme. Perché? L’asino non è il cavallo che viene cavalcato da chi ha il potere, ma non è neppure un carro da guerra di chi vuole conquistare il potere. L’asino è la cavalcatura di colui che serve. Lo possiamo chiamare anche somaro in quanto è caricato della soma, il peso che gli altri gli mettono addosso. Questo asinello è l’immagine del messia, è Gesù stesso caricato del peso dei nostri peccati, umile come col

Ecco io faccio una cosa nuova!

13 marzo 2016 V domenica di quaresima – C Is 43,16-21 ; Sal 125(126) ; Fil 3,8-14 ; Gv 8,1-11 In questa V domenica di Quaresima, Pasqua della settimana, la Parola di Dio ci spinge a vedere i grandi cambiamenti che Gesù vuole portare in ognuno di noi. Di fronte al brano della donna sorpresa in adulterio, siamo soliti soffermarci sullo sguardo che Gesù ha nei suoi confronti. Oggi vi chiedo lo sforzo di soffermarvi invece su ciò che Gesù compie nei confronti degli scribi e dei farisei. Come va a finire la loro storia? In un'altra occasione mi ero permesso di giocare di fantasia immaginando la faccia pensierosa di questi saggi che se ne tornano sui loro passi cercando di comprendere come Gesù potesse conoscere così profondamente la loro vita. Perché se è vero che la donna se ne torna a casa cambiata, rinnovata “ Neanch’io ti condanno, va’ e d’ora in poi non peccare più ”, mi pare altrettanto vero che anche questi se ne vanno a casa rinnovati, ovvero con uno sguardo diverso s

Misericordiosi come il Padre?

6 marzo 2016 IV domenica di Quaresima – C Gs 5,9a.10-12 ; SAl 33(34) ; 2Cor 5,17-21 ; Lc 15,1-3.11-32 In questa 4^ domenica di quaresima, Pasqua settimanale, la Parola ci mostra il volto misericordioso del Padre. Proprio come domenica scorsa assistiamo ad un quadro che descrive il significato della misericordia e della conversione. Quel Padre che sta di vedetta per scrutare l’orizzonte sperando di riconoscere il figlio che, convertito, ritorna sui suoi passi, è la stessa immagine di quel roveto che arde senza mai consumarsi. In genere ci chiediamo si ci riconosciamo più nel figlio maggiore che sta in casa col Padre o in quello minore che pretende la sua parte di eredità e se ne va in un paese lontano. Lontano perché distante ma anche perché lontano da Dio: un paese in cui si pascolano i porci è un paese straniero, mai nessun israelita avrebbe pascolato un animale impuro. Quest’oggi però vi invito a chiedervi se vi trovate dalla parte del Padre o dalla parte del fratello