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Visualizzazione dei post da ottobre, 2016

Una meta: la santità. Una via: la quotidianità.

1 novembre 2016 Solennità di tutti i santi – C Ap 7,2-4.9-14 ; Sal 23(24) ; 1Gv 3,1-3 ; Mt 5,1-12a Cosa significa per noi festeggiare in un solo giorno tutti i santi del cielo? Probabilmente significa schiarire la nostra visuale sull’unica meta di ogni uomo e di ogni donna che vive, è vissuta e vivrà su questa terra. Scoprire che in paradiso c’è una moltitudine immensa fa crollare il mito che solo pochi eletti possano entrarvi. Scoprire che in paradiso c’è una moltitudine immensa mi aiuta ad aumentare la speranza che un giorno anche per me può essere possibile. Scoprire che in paradiso c’è una moltitudine immensa mi aiuta a comprendere che non sono l’unico a voler percorrere la strada che mi porta in esso. Il paradiso non è questione di fortuna o di predestinazione. In paradiso ci arriviamo camminando su questa terra. La nostra esistenza può essere già un’esistenza paradisiaca se la viviamo proiettati nell’ultimo futuro che andremo a vivere eternamente. Il brano delle beat

Zaccheo e l'incontro con l'Amore!

30 ottobre 2016 XXXI domenica TO – C Sap 11,22-12,2 ; Sal 144(145) ; 2Ts 1,11-2,2 ; Lc 19,1-10 In questa 31 domenica del tempo ordinario, Pasqua della settimana, la Parola ci vuole stupire difronte alla grandezza di Dio. La pagina del libro della Sapienza che abbiamo proclamato celebra la grandezza di Dio e l’amore di Dio nella creazione. “ Tutto il mondo davanti a te è come polvere sulla bilancia, come stilla di rugiada mattutina caduta sulla terra … Tu ami tutte le cose che esistono e non provi disgusto per nessuna delle cose che tu hai creato. Come potrebbe sussistere una cosa, se tu non l’avessi voluta? Potrebbe conservarsi ciò che da te non fu chiamato all’esistenza?”. Sembra una poesia da tanto è sublime! Quanti uomini in questo mondo in tutta la storia hanno usato parole simili guardando la bellezza del creato? Nel mondo in cui viviamo, l’uomo si pone come padre e padrone, pensa di tenere in mano le redini della creazione e costantemente vive in una sfida continua con

umili sinceri e coerenti nell'Amore

23 ottobre 2016 XXX domenica TO – C Sir 35,15b-17.20-22a ; Sal 33(34) ; 2Tm 4,6-8.16-18 ; Lc 18,9-14 In questa 30^ domenica del Tempo Ordinario, Pasqua della settimana, la parola continua ad istruirci sulla preghiera, in particolare sulla questione dei rapporti tra orazione, senso di sé e valutazione sugli altri. Noi siamo spesso portati a pensare che la preghiera sia essenzialmente una questione tra noi stessi e Dio. Per certi versi è vero ma non basta. La preghiera ha soprattutto a che fare con i nostri rapporti con gli altri e quindi di riflesso con la concezione che abbiamo di noi stessi. Quel fariseo di cui parla Gesù nella parabola quasi certamente non mentiva dicendo di non essere ladro, ingiusto e adultero e certamente dice la verità quando afferma che digiuna due volte la settimana e paga la decima su tutto ciò che possiede. Ma questo non basta. Disprezza gli altri: “Non sono neppure come questo pubblicano!” dice. Quando ci riconosciamo giusti, più bravi degli altri