credibili più che credenti

2 ottobre 2016
XXVII domenica TO – C
Ab 1,2-3;2,2-4 ; Sal 94(95) ; Tm 1,6-8.13-14 ; Lc 17,5-10
In questa 27 domenica del tempo ordinario, pasqua della settimana, la Parola ci interroga sulla fede. Cos’è la fede? Gli apostoli sentono il bisogno di accrescere la propria fede, perché? Noi sentiamo questo bisogno?
All’inizio dell’anno pastorale, ognuno di noi è chiamato a fare un po’ di revisione sul suo cammino. Quale è il segnale che possiamo verificare per renderci conto di come stiamo maturando nella fede? Il Vangelo è chiaro: l’umiltà. Quante volte ci lamentiamo che i nostri figli non credono, quante volte vorremmo che partecipassero di più a messa … cosa possiamo fare perché questo avvenga? Come dobbiamo comportarci? Gesù ci pone sotto gli occhi un granello di senape, avete presente i granellini neri che possiamo trovare per esempio sul pane alla senape ... ecco proprio uno di quei granellini. Gesù ci dice che se la nostra fede fesse grande come quel granellino potremmo fare tutto ciò che vogliamo.
Io sono già in crisi, non so voi!
A questo Gesù aggiunge la parabola del “servo inutile” che detta così pare non aver senso invece raccontata dopo l’immagine del granellino di senape ne viene illuminata. Il servo è inutile perché non è in suo potere tutto ciò che fa ma è qualcun altro che agisce al posto suo, proprio come non è bravo il granellino di senape se produce una grande pianta ma è opera del Creatore.
Ognuno di noi è quel piccolo seme che coltivato da Dio è in grado di fare grandi cose. Dio ci coltiva durante tutto il percorso della nostra esistenza se lo lasciamo fare. Appunto se lo lasciamo fare. Noi invece siamo sempre troppo preoccupati di fare che ci dimentichiamo di lasciarci fare da Dio. Pensiamo di essere noi con i nostri insegnamenti a trasmettere la fede ai nostri ragazzi, che illusi che siamo. Noi possiamo solo fagli vedere la nostra misera fede e possiamo pregare affinché il Signore possa seminare in loro. La fede non è questione di insegnamenti da trasmettere ma è questione di vita vissuta. È questione di avere il coraggio di farci vedere il più giusti possibile dai nostri figli, è questione di non vergognarci nel testimoniare gli insegnamenti che ci vengono consegnati dalla Parola, è questione di trovare in Lui la forza per superare i momenti critici e delicati dell’esistenza, In altre parole è questione di lasciarci guidare dallo Spirito Santo che abita in noi. Invece noi ci vergogniamo, pretendiamo che i nostri ragazzi imparino qualcosa che noi non siamo in grado di dire loro con la vita e ci arrabbiamo se invece di ascoltare questa dottrina si lasciano trascinare da ciò che vedono in casa.
La grande questione che ogni parrocchia solleva a proposito della catechesi dei ragazzi, la catechesi che dovrebbe iniziare alla vita di fede, è proprio questa, questi ragazzini non imparano chi è Gesù dalle parole ascoltate in 1 ora di incontro con il catechista ma dal resto della settimana trascorso in casa. Se i genitori non pregano insieme, se i genitori non parlano mai di Gesù ai loro figli non possono pretendere che l’idea di Gesù entri in loro.
Il primo insegnamento per i bambini è proprio il grembo famigliare. Signore aumenta in noi la fede!
Riconosciamoci servi inutili, aumentiamo la nostra umiltà perché non siamo noi a crescere i nostri ragazzi ma è il Signore trasmesso dalla nostra quotidianità. Dobbiamo essere credibili nei loro confronti e per far questo dobbiamo vivere ciò che desideriamo trasmettere loro.
All’inizio di questo mese di ottobre Signore aumenta la nostra fede, aiutaci ad essere ogni giorno sempre più credibili perché sempre più coerenti con i tuoi insegnamenti. Aiutaci a lasciarti lavorare senza impedimenti, fa di noi tuoi semi preziosi e non pietre di inciampo. I nostri ragazzi possano vedere in ognuno di noi il tuo volto di Padre misericordioso.

Amen

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