Vi ho dato l'esempio ... Quale?

24 marzo 2016
Giovedì Santo – Cena del Signore

In questo giorno santo noi siamo soliti mettere in evidenza un aspetto particolare dell’ultima cena di Gesù raccontato solo dall’evangelista Giovanni: la lavanda dei piedi. È caratteristico, soprattutto laddove lo si mette in scena, se poi ci sono dei bambini … rischia di diventare la recita di Pasqua. Si tratta invece di un gesto molto intimo e ricco di significato. Giovanni descrivendolo ha voluto dire ciò che Gesù per tutta la sua vita a fatto: la vicinanza agli ultimi, ma non a quelli che stanno lontano, bensì a quelli che mangiano in casa con te e con i quali magari hai qualche questione in sospeso.
Vi ho dato un esempio perché anche voi facciate come io ho fatto a voi.
Quale è questo esempio?
Anzitutto un esempio di imparzialità: tutti sono uguali difronte a Gesù. Non fa delle precedenze, non si dice che prima lava i piedi a Pietro e per ultimo a Giuda l’iscariota o viceversa. Gesù inizia a lavare i piedi con il primo che gli capita sotto mano e strada facendo arriva anche da colui che aveva già in cuore di tradirlo ma arriva anche da colui che si rifiuta di sottomettersi alla sua volontà. Giuda e Pietro, entrambi con qualche questione in sospeso nei confronti di Gesù eppure Lui non bada a nulla, il suo gesto di carità arriva ovunque: “li amò fino alla fine”.
Questo è l’esempio che Gesù ci da. Quanto lo mettiamo in pratica? 
Facile fare la carità mettendo qualche soldo nella damigiana, ma come la mettiamo con i rapporti di guerra famigliare che covano da decenni nei nostri cuori? 
Gesù risponde a Pietro “quello che io faccio, tu ora non lo capisci; lo capirai dopo”. Lasciamoci guidare da Dio, è il caso di dire “non usiamo troppo la testa” ma lasciamo che sia il cuore ad agire. Non riusciremo mai a capire i misteri di Dio ma una cosa la possiamo fare: lasciarci travolgere dal suo amore misericordioso. 
Lasciamoci amare per poter amare; lasciamoci fare per poter fare.
Oggi Signore Gesù mi coccoli proprio come una mamma fa con il suo bambino, mi vuoi tutto puro per poterti riconoscere anche trasfigurato dalla sofferenza della passione e dalla forza ricreatrice della risurrezione. Non sempre riusciamo a scorgere i tuoi insegnamenti, soprattutto quando abbiamo il cuore indurito dalla rabbia e dai risentimenti. Aiutaci a vivere ogni giorno il mistero del tuo amore affinché ogni giorno possiamo sperimentare la tua Grazia per riversarla sui nostri fratelli, soprattutto su coloro con i quali abbiamo questioni in sospeso. Questa Pasqua, che iniziamo oggi a celebrare, cambi i nostri cuori. Possano tutte le liti che viviamo quotidianamente per le strade della nostra parrocchia sanarsi e trasformarsi in relazioni di amore, pace e fraternità.

Amen.

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