Chi è Dio per me?


23 giugno ’13
XII Domenica T.O. – C
Zac 12,10-11;13.1 ; Sal 62(63) ; Gal 3,26-29 ; Lc 9,18-24
In questa 12^ domenica del Tempo ordinario, pasqua della settimana, la Parola ci pone un interrogativo importante: Chi è Dio per me?
È necessario fare un passo indietro nella storia del popolo ebraico per comprendere la problematica sollevata da Gesù.
Il Messia tanto atteso dagli ebrei era un personaggio con una forza tale da sbaragliare, in modo definitivo, il popolo oppressore. Infatti, a parte un brevissimo periodo di quiete, il popolo ebraico ha sempre vissuto sottomesso ad un dominatore. Questo Messia doveva essere quindi un condottiero molto valoroso, con un forte esercito.
Ebbene, in realtà anche il nostro modo di intendere Dio non è molto distante. Proviamo a pensare quante volte abbiamo detto, o abbiamo sentito dire: “Perché Dio non fa qualcosa?” “Perché Dio non elimina tutti quelli che commettono del male?”
Questo è il Dio che tutti immaginiamo, un Dio che con la forza elimini ogni male e ogni ingiustizia presente nel mondo.
Ecco che a Gesù le risposte ottenute su ciò che gli altri pensano di lui non vanno bene. La gente, non vedendo grandi segni di forza, pensa che Gesù sia uno dei vecchi profeti ritornato in vita; Pietro risponde correttamente, ma quale immagine di Messia poteva avere? Anche lui e i suoi amici apostoli, come ogni buon ebreo, pensavano semplicemente che non fosse ancora arrivato il momento di manifestarsi, ma nel giro qualche tempo Gesù avrebbe tirato fuori l’asso dalla manica ed eliminato l’impero romano. Ecco perché Gesù “ordinò loro severamente di non riferirlo ad alcuno”.
È a questo punto che, per la prima volta, Gesù sfodera, non l’asso dalla manica, ma la sua Carta di Identità: “Il Figlio dell’uomo deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno”. Un’identità scomoda da tenere in tasca!
In realtà è un’identità che neppure noi avremmo mai il coraggio da attribuire al salvatore della patria. Come può Dio essere così? Ma questo non basta: “Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua”.
Dopo queste parole … meglio farsi tutti atei! Ma com’è possibile che Chi viene a portarmi pace e amore, lo ricordate quel piccolo bambino così tenero nella stalla di Betlemme?!  Com’è possibile che Costui ora parli in questo modo? E come potrà pretendere che il suo insegnamento avrà un seguito? Chi sono quei pazzi che stanno dietro a questo perdente e che, anche a distanza di anni, sono convinti che questi sia il Salvatore? Io faccio parte di questi pazzi e sono orgoglioso di esserlo!
Che cosa sta al cuore di questo insegnamento? Non certo la ricerca della sofferenza! Gesù oggi ci insegna a vivere dignitosamente ogni istante della nostra vita, e se durante le nostre giornate siamo chiamati a sopportare qualche fatica … è solo l’Amore che ci aiuterà a sostenerle, l’amore prima dei nostri cari, e poi l’Amore di Dio che passa attraverso quello di tutte le persone che ci stanno accanto. Insomma Gesù oggi ci sprona a leggere tutta la nostra esistenza all’interno di un mistero di Amore.
Signore Gesù quanto è difficile quello che mi chiedi. A volte sembra davvero che tu non esista. Quella tua carta d’identità spesso e volentieri io non la leggo tutta fino in fondo e quelle parole così preziose “risorgere il terzo giorno” svaniscono nel nulla!
Manda il tuo Spirito, Spirito di Amore, Spirito di Compassione e di Fortezza, affinché possa lasciarmi illuminare dalla tua Pasqua, evento di sofferenza e di gioia eterna. La tua Risurrezione sia ogni giorno motivo per aggrapparmi sempre più a quelle croci che attraversano le mie giornate. I segni che tu, Risorto porti nelle mani e nel costato mi aiutino ogni giorno a comprendere che la Gioia eterna della Pasqua è l’altra faccia di quella medaglia che da un lato porta inscritta la tua passione.
Amen

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