Due facce della stessa medaglia!


8 settembre 2013
XXIII Domenica del TO – C
Sap 9,13-18 ; Sal 89 ; Fm 1,9-10.12-17 ; Lc 14,25-33
In questa 23 domenica del tempo ordinario, pasqua della settimana, il Signore Gesù ci detta quelle condizioni senza le quali non possiamo dirci suoi discepoli. Ce le presenta come due facce della stessa medaglia e quindi non si può pensare di seguirne soltanto una e non l’altra: “Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo. Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a ma, non può essere mio discepolo.
Quanto facciamo fatica ad ascoltare queste parole. Sono così distanti dal nostro quotidiano! Eppure noi spesso ci lamentiamo che le cose non vanno come dovrebbero, che pare la nostra vita non abbia senso, che il mondo stia andando verso lo sfascio … e la colpa di tutto questo di chi è? Beh chiaramente di Dio che non fa nulla! Ma io cosa faccio? Io riesco a stare passo a passo con Lui? Seguo i suoi insegnamenti? Riesco ad amarlo più di ogni altra persona? Ho il coraggio di seguirlo portando le mie fatiche?
Noi spesso, purtroppo anche a causa di ciò che ci hanno insegnato a catechismo, ci illudiamo che essere cristiani sia la via privilegiata, che se abbiamo il coraggio di farci vedere ogni tanto in chiesa e se facciamo un segno della croce appena alzati a prima di una partita di calcio ci verrà lastricata una strada d’oro sulla quale poter camminare mettendoci in mostra! Questa non è fede, questo non significa essere discepoli di Gesù. E tutto questo non ci viene detto con note microscopiche a fondo pagina, come facciamo noi quando scriviamo dei contratti per imbrogliare la gente, Gesù ce lo dice a chiare lettere, lo scandisce chiaramente e vuole che ognuno sia consapevole di tutto questo!
Da una parte della medaglia Gesù non ci sta chiedendo di rinunciare a tutti i nostri rapporti e alla serenità della vita. Gesù non vuole il nostro pensiero in maniera esclusiva, non i sta dicendo di non amare le persone che ci ha messo accanto. Gesù usa un superlativo assoluto “non mi ama più di …”. Ci sta dicendo che il nostro amore per lui è il fondamento per l’umana concordia. Se non riusciamo ad amare la sorgente dell’amore, non possiamo amare le sue creature!
Dall’altra parte della medaglia ci chiede di seguirlo anche nella fatica. Non ci illude infatti che tutto scorra via liscio, ma ci da per primo l’esempio di come affrontare le fatiche: nell’affidamento al Padre. Certo potremmo essere gli unici a seguirlo sulla via del Calvario, anche i discepoli se ne sono andati e quei pochi che lo hanno seguito ad un certo punto si sono spaventati e lo hanno rinnegato. Ma accanto a noi ci sarà sempre una mamma piangente che non ci mollerà mai perché non ha mai mollato neppure lui. E nell’apice della sua sofferenza Gesù ci mostra una presenza silenziosa ma fondamentale: la presenza del Padre. Noi troppo spesso ci lasciamo trascinare nel baratro della depressione e non riusciamo a reagire positivamente alle fatiche che la vita ci chiede di affrontare. Questo succede perché ci sentiamo soli. Se imparassimo ad aprire un po’ di più gli occhi, se scorgessimo dietro le urla di chi si oppone al nostro cammino, lo sguardo amorevole di Maria nostra madre, allora riusciremmo a scalare le montagne più faticose del mondo e scopriremo su quelle vette la presenza silenziosa di Colui che non ci molla neppure un’istante della nostra vita. Una presenza silenziosa perché vuole che i suoi figli crescano irrobustendosi, non diventando delle flaccide creature senza midollo.
Signore Gesù, oggi ci consegni una medaglia pesante ma importante da portare sempre appresso. Donaci il coraggio di metterti sempre al primo posto, donaci la Sapienza di fondare ogni nostra relazione sul tuo amore. Facci sperimentare la presenza della mamma del cielo che ci accompagna e ci da forza. Il silenzio del Padre sia sostegno nelle fatiche.
Signore Gesù aiutami ogni giorno a divenire sempre più tuo discepolo, che chi mi incontra sul cammino possa scorgere la fatica e la gioia di questo discepolato.
Amen

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