Troppi idoli, non c'è spazio per Dio!
15 settembre 2013
XXIV Domenica T.O. – C
Es
32,7-11.13-14 ; Sal 50(51) ; 1Tim 1,12-17 ; Lc 15,1-32
In
questa 24^ domenica del Tempo ordinario, pasqua della settimana, la Parola di
Dio ci scuote di nuovo facendo crollare l’idea di perfezione che abbiamo di noi
stessi.
Quelle
parole rivolte al popolo di Israele: “popolo di dura cervice” che poi significa
“popolo di teste dure”, sono rivolte ad ognuno di noi. Quell’errore di
costruirsi degli idoli per sfuggire dall’unico Dio è un male che non solo è
presente ancora nel mondo, ma colpisce ogni uomo compresi tutti noi cristiani
cattolici che ci diciamo credenti.
Non
è difficile vedere come con niente noi idolatriamo qualcosa: la ricchezza, il
nostro corpo, lo sport, gli animali, il lavoro, le persone …
L’arroganza
di quel figlio che vuole la sua parte di eredità prima ancora che il padre
muoia è la stessa arroganza che ci fa vivere scontenti e desiderosi di evadere
dalle nostre esistenze più o meno fortunate. È la malattia di chi vive nel
benessere. È strano da dire oggi, in questo tempo di crisi. Una crisi dei
valori ancor prima di quella economica, una crisi che nasce dal non riconoscere
il giusto valore alle cose perché comunque vada ne abbiamo troppe. Un modo di
vivere il nostro che nasce dal troppo benessere di cui ci hanno illuso negli
scorsi decenni e che ora agisce su di noi come l’acqua alla gola. Stiamo
soffocando in quel benessere reale o illusorio nel quale abbiamo creduto di
vivere finora. È necessario fare un passo indietro e riconoscere il vero valore
di ogni singola cosa che entra nella nostra vita. Stiamo battendo la testa
contro il muro, ci stiamo facendo male ma probabilmente è l’unico modo perché
un giorno ci possiamo rialzare, proprio come ha fatto il giovane figlio della
parabola. La scoperta che potremmo fare è quella di scoprire un Dio per il
quale ogni piccola cosa creata ha un valore unico ed inestimabile. Ecco perché
1 pecora è preziosa al punto tale da abbandonare le altre 99 per poterla
cercare, ecco perché la donna diventa matta per cercare quell’unica moneta
anche se ne aveva altre 9. E così quel figlio minore fa l’esperienza di
scorgere il padre che fa da sentinella e gli corre incontro appena lo vede
all’orizzonte.
Anche
per noi deve essere così, noi stessi,
ogni persona che entra nella nostra vita ed ogni piccola cosa che
possediamo è un qualcosa di immensamente prezioso per Dio, perché non lo deve
essere anche per noi?
Signore
Gesù è difficile per noi scorgere anche lontanamente il vero valore delle tue
creature, Ogni istante delle nostre giornate sprechiamo e maltrattiamo ciò che
gratuitamente ci doni, i beni della natura, le persone che ci vogliono bene,
noi stessi.
Padre
buono, il tuo Spirito ci aiuti a cogliere la tua sconfinata bontà, possa
aiutarmi ad uscire dal vortice di arroganza ed egoismo che pervade questa
nostra società e mi guidi verso il tuo amore misericordioso.
Amen
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