Il Dio delle sorprese.
Santa
Pasqua 2014
Ciò che stiamo celebrando in
questi giorni ci mostra un volto particolare di Dio. Mi è piaciuto chiamarlo il
volto del Dio delle sorprese.
Durante la cena pasquale ha
lasciato a bocca aperta i suoi discepoli con quelle parole così strane
pronunciate sul pane e sul vino, una rottura con la ritualità ebraica senza
precedenti, per non parlare del gesto della lavanda dei piedi.
Nell'orto degli ulivi la folla è
andata per arrestarlo e lui si è consegnato a loro, e quando qualcuno ha
tentato di difenderlo, tagliando l'orecchio a Malco, Gesù cosa fa? Invece di
ringraziare chi è dalla sua parte, guarisce e consola chi lo vuole arrestare e
sgrida chi lo sta difendendo.
Durante il processo viene
accusato pesantemente e, quando gli viene data la possibilità di difendersi,
tace.
Sulla croce, straziato dal
dolore, quando ormai non aveva più nulla da perdere, quando avrebbe potuto
mostrare a tutti la sua potenza, quando avrebbe potuto travolgere tutti coloro
che gli stavano facendo del male, come un giorno Dio fece con la strage dei
primogeniti d'Egitto, esprime solo parole di perdono per coloro che lo stanno
crocifiggendo: “Padre, perdonali perché
non sanno quello che fanno!” (Lc 23,34). Ma questo non basta, il suo
pensiero in quel momento così difficile per la sua umana esistenza, va alla
madre e al discepolo amato: “«Donna ecco
tuo figlio!» Poi disse
al discepolo: «Ecco tua madre!»” (Gv
19,26b-27a). E al ladrone pentito: “«In verità io ti dico: oggi con me sarai nel
paradiso»” (Lc 23,43).
La sua vita umana è ormai finita
ma lui non si smentisce. Nel sepolcro, in quel grembo della terra, dove tutto
pare morire, quanto ormai tutto sembra perdere significato e ogni speranza
ormai sembra spegnersi, qualcosa si muove, qualcuno si muove. Quando le donne
di buon mattino vanno da lui per visitarlo, Gesù è sparito, al suo posto
trovano il vuoto. E come se non bastasse qualcuno ha anche la pretesa di dire
di averlo visto vivo. Da quel giorno Gesù si mostrerà sempre al settimo giorno
per 40 giorni nei luoghi che a loro erano famigliari: il cenacolo, il lago, la
strada. E si mostrerà loro vivo, non come un fantasma: nel cenacolo dirà “«Palpatemi e vedete, poiché uno spirito non
ha carne e ossa, come vedete che io ho» … Ma poiché ancora non credevano dalla
gioia ed erano meravigliati, disse loro: «avete qualcosa da mangiare?» ed essi
gli porsero un pezzo di pesce frito. E, avendolo preso, lo mangiò dinnanzi a
loro.” (Lc 24,39-43); a Tommaso
dirà: “«Porta qui il tuo dito, e vedi le
mie mani, e porta la tua mano e mettila nel mio costato»” (Gv 20,27);
mangia con loro pane e pesce sul lago di Tiberiade (Gv 21, 13)
Quando Gesù parlava di
risurrezione, i suoi amici hanno tentato di immaginare cosa volesse dire, ma
neppure i tre fortunati che hanno vissuto l'anticipazione di tutto questo, la
trasfigurazione, sono riusciti ad avvicinarsi alla realtà dell'evento, e
neppure noi riusciamo, nonostante tanti studi e tanta ingegneria.
Questo Gesù ha lasciato tutti a
bocca aperta, non è sceso dalla croce, non ha fatto venire un esercito di
angeli a difenderlo, non si è imposto come governatore, non ... ma ha fatto una
cosa che nessun uomo ha mai potuto pensare: vincere l'avversario più temuto
dall'umanità, la morte.
Questa è la sorpresa che oggi ci
riunisce tutti quanti, questa è la meraviglia che ha cambiato la storia
dell'umanità, questa è la bella notizia (l’evangelo)
che oggi in ogni parte del mondo arriva a tutti gli uomini disposti a stupirsi
della grandezza di Dio. Tu sei disposto a stupirti per questo?
Anche per noi oggi è difficile
credere a ciò che stiamo festeggiando, anche per noi oggi è difficile credere
che la morte di un uomo abbia salvato l'umanità intera, anche per noi oggi è
difficile riconoscere che il male, che ancora pare imperare nel mondo, è già
stato sconfitto definitivamente. Questa difficoltà ci porta a pensare alla
storia di Gesù come a una fiaba, come a un qualcosa che può servire ai bambini
ma al mondo degli adulti ... La sempre minor fede vissuta nella quotidianità e
il radicarsi ad alcuni riti che sanno di magico e pagano fa pensare davvero ad
un fallimento. Faccio alcuni esempi: l'andare a Messa e poi dimenticarsi per
tutta la settimana del Signore; il fare il segno della croce prima di entrare nel
campo di gioco; l'appendere un santino sulla macchina senza avere una reale
devozione per esso; l'accendere una candela alla Madonna senza poi mettersi in
ascolto della Parola di Dio,; sono alcuni di tanti gesti con i quali il diavolo
ci abbaglia illudendoci di vivere pienamente la nostra fede. La fede nel
Signore Gesù invece la misuriamo nella partecipazione (e non intendo numerica)
ai misteri della sofferenza, morte e risurrezione del Signore, la misuriamo
nella gioia dell'incontro, anche quotidiano, con il Signore Gesù, la misuriamo
nel non riuscire a tenere più in noi la notizia più sensazionale che "Davvero il Signore Gesù è risorto ed è
apparso a Simone!" (Lc 24,34), come ci testimonia l'evangelista Luca.
Che questa Pasqua sia per tutti
voi la notizia più bella della vostra vita, che possiate esultare di gioia per
essa e la vostra esistenza possa risplendere della sua luce.
Buona
Pasqua.
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