Corpus Domini

21 giugno 2014 
Corpus Domini
Dt 8,2-3,14b-16a ; Sal 147 ; 1Cor 10,16-17 ; Gv 6,51-58
In questa domenica festeggiamo solennemente il Corpo e il Sangue di nostro Signore Gesù Cristo. Quale insegnamento viene a noi da questa solennità? Quale mandato? 
Io sono convinto che oggi più della metà dei cattolici praticanti dubita della presenza reale del Corpo di Gesù nell’eucarestia, ci stiamo un po’ protestantizzando. Questa solennità nasce proprio in risposta ai protestanti che non credono alla presenza reale e continua di Gesù nell’eucarestia. I canti eucaristici sottolineano in maniera solenne tutta la dottrina della presenza eucaristica, li cantiamo, li conosciamo anche bene ma … pensiamo un po’ alle parole che diciamo. E poi ogni volta che ci accostiamo alla comunione noi diciamo quell’Amen, ma sappiamo che cosa significa? Mi auguro di sì! Il ministro mi presenta il pane eucaristico dicendomi “Il Corpo di Cristo” e io rispondo “Amen” cioè “sì, ci credo!” 
Pensiamoci!

L’eucarestia è il modo umile e misterioso con cui Gesù resta presente in mezzo a noi. Lui, che potrebbe fare ogni cosa sceglie di offrirsi al suo popolo nella forma del pane e del vino, in altre parole ha bisogno degli uomini per consegnarsi nelle mani di altri uomini, ha bisogno del nostro desiderio di incontrarlo per poterlo scorgere vivo e presente nella specie del pane e del vino. 
Il catechismo della Chiesa Cattolica al n° 1393 afferma che “La Comunione ci separa dal peccato. Il Corpo di Cristo che riceviamo nella Comunione è «dato per noi», e il Sangue che beviamo è «sparso per molti in remissione dei peccati». Perciò l'Eucaristia non può unirci a Cristo senza purificarci, nello stesso tempo, dai peccati commessi e preservarci da quelli futuri
Prosegue poi citando San’Ambrogio che parla dell’eucarestia come di una medicina: “Se, ogni volta che il suo sangue viene sparso, viene sparso per la remissione dei peccati, devo riceverlo sempre, perché sempre mi rimetta i peccati. Io che pecco sempre, devo sempre disporre della medicina
Prosegue poi il Catechismo al n° 1394: “Come il cibo del corpo serve a restaurare le forze perdute, l'Eucaristia fortifica la carità che, nella vita di ogni giorno, tende ad indebolirsi; la carità così vivificata cancella i peccati veniali. Donandosi a noi, Cristo ravviva il nostro amore e ci rende capaci di troncare gli attaccamenti disordinati alle creature e di radicarci in lui

Ci tengo a sottolineare questo perché è purtroppo ancora molto diffusa l’idea che ci si può comunicare solo immediatamente dopo essersi confessati, quasi come se dopo una confessione noi fossimo già santi (che illusi, saremmo già in paradiso!) e poi i santi in paradiso non hanno bisogno dell’eucarestia! Il corpo di Cristo ci è donato proprio per donarci la forza di superare le malattie dell’anima! Se ho la febbre non aspetto che mi sia passata per prendere un’aspirina ma è proprio con l’aiuto del medicinale che riesco a guarire. L’eucarestia è il medicinale unico per tutte le malattie dello spirito. Non costa nulla e non ha controindicazioni. Lasciamoci guarire dall’eucarestia. 

La contemplazione è la dose minima di questa terapia, io ho l’impressine che noi non facciamo neppure questo. Iniziamo a contemplare il mistero eucaristico, e alimentiamo in noi il desiderio di alimentarci di esso per trasformaci in Lui che si lascia consumare da noi.

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