Solennità di tutti i santi
1 novembre 2014
Solennità di tutti i santi
Ap
7,2-4.9-14 ; Sal 23(24) ; 1Gv 3,1-3 ; Mt 5,1-12a
In
questo giorno solenne la santa chiesa vuole ricordare in un'unica volta tutti i
santi, ovvero tutto coloro che in vita hanno tenuto di più al loro rapporto con
il Signore che a tutto il resto.
Quanti
sono i santi? Quanti sono gli abitanti del paradiso? L’Apocalisse di san
Giovanni, con quel suo linguaggio così strano, afferma “una moltitudine immensa che nessuno poteva contare”. Che bello
sentire queste parole.
Ogni
volta che mi accosto ad una reliquia ho contemporaneamente due atteggiamenti
opposti: da un lato mi viene da sorridere, dall’altro mi incutono un sacro
rispetto.
Mi
viene da sorridere perché mi chiedo come sia possibile avere tra noi il latte
della madonna oppure le tante teste di san Giovanni battista o ancora il
bastone di san Giuseppe, sono queste alcune reliquie che possiamo trovare nel
mondo. Sorrido perché mettendo insieme le reliquie di uno stesso santo
uscirebbe un essere mostruoso, sorrido perché sappiamo tutti che commercio
spropositato in passato c’è stato di questi prodotti. D’altro canto però provo
un sacro rispetto perché se sono arrivate sino a noi oggi vuol dire che in
passato hanno aiutato qualcuno a camminare nell’amore di Dio. Provo sacro
rispetto perché sicuramente la vita di coloro che ci ricordano è una vita santa
che anche io posso fare.
Sembra
strano, da un lato proposta assurda di Gesù che dichiara beati tutto coloro che
vivono situazioni umanamente inaccettabili (“beati i poveri in spirito, i piangenti, i miti, quelli che hanno fame
della giustizia, i misericordiosi, gli operatori di pace, i perseguitati …”),
dall’altro lato ho sotto gli occhi esempi reali di persone che sono riuscite a
vivere tutto questo.
Forse
la festa di oggi mi deve aiutare a investire un po’ più energie nella relazione
con il Signore. La festa di oggi deve alimentare in me quella speranza che pare
sbriciolarsi giorno dopo giorno ad ogni notizia di cronaca. Lo dice chiaramente
Giovanni nella sua prima lettera: “chiunque
ha questa speranza in lui, purifica se stesso, come Egli (Dio) è puro”. Ma
questo come è possibile? È possibile per il fatto straordinariamente
meraviglioso che “noi fin d’ora siamo
figli di Dio”, è ancora Giovanni a ricordarcelo.
Da
un lato quindi i santi come esempi reali di vita evangelica ma non è tutto!
Ognuno
di noi fa riferimento a qualche figura in particolare, o in base alle necessità
“San Joan dala barba bianca fam troà chel che me manca” o per devozione
personale. I santi sono quindi intercessori presso il Padre. Prima fra tutti è
Maria la Madre di Gesù, ma potremmo dire altrettanto di padre Pio da
Pietralcina o di San Gennaro. Ognuno poi ha il suo “portalettere” di fiducia. I
santi sono quindi “amici” di Dio ma anche “amici” degli uomini. Assieme a Dio
desiderano che ogni uomo li raggiunga nella casa del Padre, desiderano che ogni
uomo accolga la salvezza che Dio continua a elemosinare, desiderano che ogni
uomo possa scoprire la gioia dell’incontro con Dio.
E
benchè nell’apocalisse si parla di “coloro che provengono dalla grande
tribolazione e che hanno lavato le loro vesti, rendendole candide nel sangue
dell’Agnello” e nel Vangelo sembra che Gesù non si scosti molto da questo
discorso “Beati voi quando vi
insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro
di voi per causa mia”, il Signore Gesù non augura ai suoi seguaci di essere
degli sfortunati,, peggio ancora, degli incapaci di godere la vita. Si augura
piuttosto che attraverso tutte le situazioni della vita, possiamo e vogliamo
custodire una relazione con Dio che ci permetta di cogliere la grazia di essere
fino in fondo fedeli a noi stessi.
Chiediamo
ai santi che in questo giorno ci aiutino proprio a rivalutare la grandezza del
nostro più profondo essere, ci facciano riscoprire quell’immagine e somiglianza
di Dio che è impressa in ognuno dei nostri cuori e possiamo così metterci in
cammino verso la grande gioia della quale loro già partecipano.
Amen
Commenti
Posta un commento