Cristo Re della Pace
22 novembre 2015
XXXIV domenica TO – Cristo Re
Dn
7,13-14 ; Sal 92(93) ; Ap 1,5-8 ; Gv 18,33b37
È ormai una settimana che il
mondo intero parla e sparla dell’attentato a Parigi. Certo ci ha sconvolti, nel
cuore dell’Europa, quella stessa Europa nella quale ci sentiamo tranquilli! La
guerra si fa in posti lontani da noi! Non certo in Europa!
È passata una settimana e
continuiamo a parlare di Parigi! Perché non parliamo così tanto anche del
Bangladesch o del Mali? O perché non abbiamo parlato così tanto anche di quando
il se dicente Stato Islamico ha conquistato la Siria?
Ma vi dirò di più, a me non fa
paura che si parli tanto ora dell’attentato nel cuore della Francia o in altri
posti, mi fa molta più paura la reazione di tutti quei se dicenti cristiani che
hanno incominciato a sfoderare le armi dell’odio.
Noi oggi siamo qui in chiesa a
festeggiare solennemente Cristo Re, e ci viene presentato un uomo con le mani
legate difronte ad un tribunale, quello stesso uomo che nel giro di qualche ora
sarà appeso su una croce ed allora svelerà il suo grande potere. Ma che potere
è? Non certo il potere dell’odio!
Reagendo all’odio con l’odio non
si fa altro che il gioco dei terroristi. È come buttare brace sul fuoco per
spegnerlo. La nostra fede non ci insegna questo e se vogliamo essere veramente
ciò che diciamo di essere (cristiani) dobbiamo iniziare a cambiare atteggiamento.
Mi hanno colpito molto le parole di un giornalista
francese, Antoine Leiris, 34 anni con un figlio di 17 mesi e la moglie morta
nell’attentato al Bataclan: “Venerdì sera avete rubato la vita di un essere
eccezionale, l'amore della mia vita, la madre di mio figlio, ma non avrete il
mio odio. Non so chi siete e non voglio saperlo, siete delle anime morte. Se
questo Dio per il quale vi uccidete ciecamente ci ha fatto a sua immagine, ogni
proiettile nel corpo di mia moglie sarà stata una ferita nel suo
cuore. Allora no, non vi farò il regalo di odiarvi. Ve lo meritereste,
tuttavia rispondere all'odio con la rabbia sarebbe cedere alla stessa ignoranza
che ha fatto di voi quello che siete. Volete che io abbia paura, che guardi i
miei concittadini con un occhio diffidente, che sacrifichi la mia libertà per la
sicurezza. Ma avete perso. L'ho vista stamattina. Alla fine, dopo notti e
giorni d'attesa. Era bella come quando è uscita quel venerdì sera, bella come
quando mi sono innamorato di lei dodici anni fa. Naturalmente io sono devastato
dal dolore, vi concedo questa piccola vittoria, ma sarà di breve durata. So che
lei sarà con noi ogni giorno e che ci ritroveremo in questo paradiso delle
anime libere a cui voi non avrete mai accesso. Siamo due, io e mio figlio,
ma siamo più forti di tutti gli eserciti del mondo. Pertanto non ho più
tempo da dedicarvi, devo andare da Melvil che si risveglia dal suo pisolino. Ha
17 mesi appena, deve fare la sua merenda come tutti i giorni, poi andremo a
giocare come tutti i giorni e per tutta la sua vita questo bambino vi farà
l'affronto di essere libero e felice. Perché no, non avrete neanche il suo odio”
Cristo è salito sulla croce libero, senza nessuna
costrizione e felice di salvare l’umanità intera. Questo non significa che non
ha sofferto, ma proprio perché ha sofferto la sua libertà e la sua serenità
hanno portato frutto. Oggi anche ognuno di noi è chiamato a guardare l’altro
non con sospetto, odio o diffidenza, ma con lo sguardo alto di chi sa di essere
libero, libero di pensare, di agire e soprattutto di Amare.
Il Re della pace possa governare i nostri cuori affinché
l’odio e la violenza che in essi covano possa scomparire e, partendo dalle
nostre piccole realtà famigliari, ognuno di noi possa essere libero e felice.
Amen
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