morte: incontro d'Amore

7 agosto 2016
XIX Domenica del Tempo Ordinario – C
Sap 18,6-9 ; Sal 32(33) ; Eb 11,1-2.8-19 ; Lc 12,32-48
In questa 19^ domenica del Tempo Ordinario la Parola di Dio ci invita a chiederci se siamo pronti ad accogliere il Regno di Dio. Detto così però può essere intesa male la domanda: Gesù oggi ci chiede se siamo pronti a morire.
E qui certamente potrei scorgere qualcuno che tocca ferro o altre parte non proprio dicibili dal pulpito!
Non vedo perché non dovremmo parlare di questo tema anche nel bel mezzo dell’estate. È il momento in cui pensiamo a divertirci, è il momento degli incontri, degli amori, è il momento in cui possiamo finalmente tirare il fiato da tanta fatica … è il momento di pensare anche alla morte. Ogni istante della nostra vita dovremmo farlo, non per non godere delle gioie e delle glorie della vita, al contrario: proprio per vivere al meglio il presente, per assaporarne ogni istante, per goderne ogni secondo.
Quando si parla della morte è facile sentirne parlare come dell’ultimo viaggio. La fede invece ne parla in modo diverso. Per la fede, la morte è il momento dell’incontro con Gesù. Insegniamo ai bambini a riconoscere Gesù come loro amico, a desiderare di incontrarlo, poi crescendo ci dimentichiamo di tutto questo. L’incontro con Gesù è un qualcosa che ci lascerà senza parole, proprio come abbiamo sentito nel vangelo: “Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà sedere a tavola e passerà a servirli”. Ma avete sentito cosa ci dice Gesù? Lui stesso si metterà a servire noi, Lui si farà nostro umile servo! Ma che meraviglia, noi che siamo abituati a pensare a Dio come a Colui che è seduto sul trono a giudicare noi piccole sue creature! L’incontro con Gesù sarà un incontro pieno di sorprese.
Già però è necessario essere pronti, vigili ad attenderlo, prudenti nell’amministrare ciò che di più prezioso ci ha messo tra le mani: la nostra vita, la vita degli altri, il mondo intero, la storia!
Siamo ad Assisi in questi giorni, la figura di Francesco affascina tutti, credenti e non credenti. Sono tante le parole di Francesco che colpiscono al cuore ogni uomo. Quest’oggi vorrei proporvi quelle Francesco disse nel momento della sua morte: “Laudato si mi’ Signore, per sora nostra morte corporale, da la quale nullo homo vivente po’ skappare: guai a quelli ke morranno ne le peccata mortali; beati quelli ke trovarà ne le sue santissime voluntati, ka la morte secunda no ‘l farrà male.
Quando il Signore Gesù verrà, troverà ancora la fede sulla terra?” (cfr. Lc 18,8) Questa in realtà è la vera questione. Purtroppo coloro che fanno un cammino di fede sono considerati degli sfortunati, dei miserabili, non trovo parole da poter dire in sostituzione a quella che mi viene in mente! Ma se abbiamo ascoltato attentamente la seconda lettura la fede è l’unica cosa che riesce a dare senso alla vita di ogni uomo. Nella fede Abramo, Sara e tutti i patriarchi hanno agito; nella fede i grandi santi hanno agito; nella fede oggi noi siamo chiamati ad agire, non per essere ricordati nel futuro ma per dare un futuro migliore ai nostri figli e a tutti coloro che nasceranno nella storia.
Signore Gesù fa che viviamo l’oggi nell’attesa del tuo incontro. Rendi la nostra vita un’attesa continua della tua venuta. Fa che non ci vergogniamo di averti tra i nostri più preziosi amici anzi aiutaci a metterti al primo posto tra tutti gli altri. Fa che un giorno, presto o tardi non lo possiamo sapere, possiamo anche noi come Francesco lodarti e accogliere a braccia aperte sorella morte. Ti affidiamo i morenti di questo giorno, possano godere del tuo abbraccio paterno e della tua visione beata in paradiso.

Amen.

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