Nel silenzio del suo esserci è certezza della vita

13 novembre 2016
XXXIII domenica TO – C
Ml 3,19-20a ; Sal 97(98) ; Ts 3,7-12 ; Lc 21,5-19
Ci stiamo avvicinando alla fine dell’anno liturgico e le letture di questa 33^ domenica del Tempo Ordinario, Pasqua della settimana, ci mettono allerta contro alcuni pericoli che possono intervenire negativamente nella nostra vita. In realtà ne siamo già colpiti ma non ce ne rendiamo conto.
Anzitutto sapere che qualcosa sta volgendo al termine fa perdere ogni desiderio di fare. Quando sappiamo che dobbiamo cambiare casa non sentiamo più il desiderio di impegnarci per le piccole ristrutturazioni ordinarie; quando sappiamo che il mandato in un’attività sta finendo, si tende a lasciare andare le cose come vanno; anche quando arriviamo nel mese di aprile/maggio, la scuola ormai volge al termine e l’impegno crolla; passate due settimane di CRE ci si accorge che si volge al termine l’esperienza e l’entusiasmo degli animatori perde terreno sulla fatica che incombe; quando il sole tramonta (o quando non lo vediamo più spuntare oltre le montagne) perdiamo speranza, tutto ormai sembra avere preso la strada della fine imminente. Questo è un rischio pericolosissimo verso il quale Paolo ci invita a stare vigili. I cristiani del suo tempo attendevano un’imminente ritorno di Gesù al punto tale che qualcuno riteneva inutile lavorare o impegnarsi in qualsiasi cosa. Paolo li esorta a vivere una vita ordinata “guadagnandosi il pane lavorando con tranquillità”.
In altre parole non dobbiamo perdere la speranza nella vita ordinaria. È necessario compiere il proprio dovere senza lasciarsi prendere dallo sconforto perché, come Gesù spiega bene nel vangelo, “quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine”. Il male, il demonio è sempre attivo e pare avere il coltello dalla parte del manico ma … “nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto. Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita”. Ogni sera il sole tramonta ma ogni mattina sorge; anche quando il sole sembra non esserci, perché oscurato dalle nuvole o da un’alta montagna, lui è lì, vigile sopra di noi nel silenzio del suo esserci è certezza della vita.
Ma come perseverare? In che cosa?
Ecco dunque il secondo avvertimento di oggi che ci viene dal Vangelo.
Mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedrete, non ci sarà pietra su pietra che non sarà distrutta»”.
L’avvertimento di Gesù vale benissimo anche per noi oggi che ci lasciamo confondere le idee come le allodole da un piccolo luccichio. Siamo sempre più occupati a interessarci solo ed esclusivamente delle questioni materiali che non abbiamo più tempo né interesse per quelle spirituali. Siamo sì tutti preoccupati di mantenere belle le chiese, gli oratori, le santelle, le statue, ma quando ci occupiamo di quel preziosissimo tempio che è il nostro corpo? Quando ci occupiamo di ristrutturare quelle difese contro le tentazioni quotidiane che abbiamo ormai abbassato rendendo tutto lecito e lasciando correre le cose così come vanno? È necessario mantenere vivo in ognuno di noi l’Amore per Dio, allora poi potremmo lodarlo e testimoniarlo anche nelle strutture. Riprendiamo in mano quel prezioso tempio di Dio che siamo noi e quel fuoco che ci fa così paura, non sarà più un fuoco rovente nel quale “i superbi e tutti coloro che commettono ingiustizie saranno come paglia” ma sarà un sole di giustizia che “sorgerà con raggi benefici” per tutti coloro che hanno vissuto nel suo Amore.
Signore Gesù aumenta la nostra fede, fa che incontrandoti possa ognuno di noi mostrarti tutto il suo Amore coltivato su questa terra nelle fatiche quotidiane, nella lotta attiva contro il male e contro l’incomprensione.
Padre buono sostieni le nostre fatiche, alimenta in noi la speranza di poter vivere nel tuo Amore.
Spirito Santo, amore del Padre e del Figlio guidaci, insegnaci, proteggici e rafforzaci affinché le nostre giornate siano vissute all’insegna della tua presenza costante e incoraggiante.

Amen

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