La festa dell'Amore


9 giugno 2019
Pentecoste
At 2,1-11 ; Sal 103(104) ; Rom 8,8-17 ; Gv 14,15-16.23b-26
Sono passato 50 giorni dal giorno di Pasqua e siamo ancora qua in compagnia degli apostoli nel cenacolo. È giorno di grande festa per il popolo ebraico, giorno in cui si ricorda la manifestazione di Dio sul Sinai, giorno nel quale si ricorda il dono della Legge a Mosè e quindi a tutto il popolo. C’era grande fermento a Gerusalemme quel giorno ma gli undici erano rinchiusi nel cenacolo. Gesù aveva detto loro di attendere in Gerusalemme il Consolatore che li avrebbe spinti fino ai confini della terra.
Ed ecco, in quel giorno successe qualcosa di straordinario: un terremoto, come nel momento della morte di Gesù ma nell’aria c’era qualcosa di diverso. Non più il sapore amaro della sconfitta bensì la serenità e l’allegria della vittoria.
Il linguaggio che Luca usa per descrivere l’evento e i simboli che utilizza per descrivere lo Spirito Santo sono tratti dal vocabolario dell’Amore. Il fuoco, il fragore che ti scuote fino alle viscere, il potere di esprimersi e di farsi capire con semplicità, il coinvolgimento emotivo … Sembra proprio che si sia creata quella bolla di isolamento classica di chi vive nell’innamoramento: siamo solo io e te, tutto il mondo non c’è più, ci comprendiamo solo con lo sguardo, le farfalle invadono lo stomaco … Solo che nell’esperienza degli apostoli questo avviene su larga scala.
Che cosa è dunque questo Spirito che Gesù ci consegna allontanandosi da noi?
È quello stesso Amore che tiene uniti il Padre al Figlio. È quello stesso Amore che ha permesso a Gesù di portare a termine la sua missione sulla terra. È quello stesso Amore che ha concesso alla Chiesa di restare viva per 2000 anni nonostante tutte le opposizioni della storia del passato come del presente.
È Pentecoste è il giorno in cui gli ebrei ricordano il dono della Legge, è il giorno in cui noi celebriamo il dono dello Spirito Santo. C’è forse un legame tra queste due feste? Io penso proprio di sì. Gesù nella sua vita ha fatto di tutto per aiutare i suoi conterranei a comprendere il cuore della Legge ed ora ci lascia in dono lo Spirito per metter in pratica i suoi insegnamenti. Cuore della Legge è l’Amore per Dio e verso i fratelli. Lo Spirito è l’Amore che Dio ci ha donato per aiutarci ad Amare i fratelli.
Possiamo dire che la festa di oggi è la festa dell’Amore gratuito, ricevuto e donato. Altro che festa di San Valentino!
L’Amore che Gesù ci ha testimoniato con la sua vita terrena e che ora ci offre continuamente non possiamo incamerarlo dentro qualche cassaforte. Vivere dell’Amore ricevuto significa necessariamente donarlo così come lo abbiamo ricevuto.
La nostra fede non è questione di parole, non è assimilabile alla propaganda politica o a una forma di pubblicità più o meno veritiera. La nostra fede è questione di gesti d’Amore e nient’altro. La catechesi più grande che possiamo fare nei confronti dei nostri figli è l’esempio concreto nell’Amare. Forse la crisi più grande della nostra fede e della trasmissione della nostra fede sta proprio qui. Proclamiamo un vangelo impeccabile ma non siamo capaci di Amare né di Amarci.
Lo Spirito che quest’oggi festeggiamo possa operare in ognuno di noi e nella Chiesa tutta, abbiamo bisogno di una nuova Pentecoste che scuota ogni nostro cuore e che ci faccia sperimentale l’Amore di Dio fin nelle profondità più intime delle nostre viscere.
Buona pentecoste a tutti!.

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