Scaldati dal fuoco della Parola
21 giugno 2020
XII domenica TO
– A
Ger 20,10-13 ; Sal 68(69) ; Rm 5,21-15
; Mt 10,26-33
Con questa 12 domenica del tempo ordinario, Pasqua della
settimana, ritorniamo alla lettura continua del vangelo di Matteo e le letture
di quest’oggi non vanno molto per il sottile.
Se guardiamo il contesto del brano evangelico proposto
scopriamo che siamo verso la fine del così detto “discorso missionario”; Gesù
sta consegnando ai suoi discepoli le direttive per poi mandarli in missione e …
certamente non si tratta di un discorso appetibile: “non abbiate paura di
quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima …”
poco prima, al versetto 16, aveva detto: “Vi mando come pecore in mezzo ai
lupi…”. La mia prima reazione è: ma chi è quel pazzo che lo ascolta, che
accetta questo ingaggio?
Poi leggiamo la prima lettura, il profeta Geremia si sta
lamentando con Dio perché i suoi amici lo calunniano; pare di sentire le voci
di tanti uomini di oggi: se la prendono tutti con me … non toccherà sempre a me
fare un passo indietro … tocca agli altri adesso chiedere scusa … insomma, sono
passati i secoli ma pare che tra gli uomini ci siano sempre gli stessi problemi
ma Geremia ha un fuoco dentro di sé; proprio nei versetti precedenti al brano
che la liturgia oggi ci presenta troviamo queste parole: “Sono diventato
oggetto di derisione ogni giorno; ognuno si fa beffa di me. Quando parlo devo
gridare, devo urlare: «Violenza! Oppressione!». Così la parola del Signore è
diventata per me causa di vergogna e scherno tutto il giorno. Mi dicevo: «Non
penserò più a lui, non parlerò più nel suo nome!».
Ma nel mio cuore c’era come un fuoco ardente, trattenuto nelle mie ossa; mi
sforzavo di contenerlo, ma non potevo.” Questo fuoco he arde dentro Geremia
è la Parola di Dio che il profeta non può tenere dentro di sé e … anche se è la
causa dei maltrattamenti lui sa, ne è certo, che Dio accorrerà in suo aiuto. È
la stessa certezza che Gesù sta insegnando ai suoi discepoli quando dice che se
Dio protegge i passeri farà molto di più per noi perché noi valiamo “più di
molti passeri!”
Già, la chiave di tutto sta nella seconda lettura: cosa è
disposto a fare Dio per l’uomo? Se l’uomo non è capace di astenersi dal
peccato, vedi il racconto di Adamo, non c’è altra possibilità che offrire il
suo unico figlio affinché su tutti gli uomini si riversi la Grazia necessaria,
la forza per resistere alle tentazioni, alle provocazioni, alle calunnie.
Già, bella la teoria … ma come riusciamo a vivere noi
cristiani tutto questo nel nostro quotidiano?
Non è facile trovare cristiani mansueti ed obbedienti al
comandamento dell’amore, capita di sentire il cristiano comune, quello che va a
messa tutte le domeniche per intenderci, calunniare gli altri cristiani, la
chiesa, il Papa, i preti … capita anche che il cristiano comune è colui che ha
liti in famiglia per questioni di eredità o che sparla dei propri vicini, o che
fa di tutto pur di poter portarsi a casa la vittoria in una qualsiasi
discussione … certo non siamo dei buoni missionari!
Se dentro di noi non brucia il fuoco della Parola di Dio che
smuove le nostre coscienze, diviene difficile essere credibili. Non sto puntando
il dito contro nessuno ma penso che ognuno di noi dovrebbe farsi un bell’esame
di coscienza per vedere quanto il suo agire è un agire che testimonia il Cristo
che dice di seguire. Sono convinto che al termine di questo esame tutti, anche
io, potremo davvero chiudere la bocca per iniziare a lodare Dio per l’Amore con
cui ci accoglie nonostante la superbia con cui ci facciamo chiamare cristiani.
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