… per ricordare al mondo che Tu ci ami
13 settembre 2020
XXIV domenica
TO – A
Sir 27,33-28,9 ; Sal 102(103) ; Rm 14,7-9 ; Mt 18,21-35
In questa 24 domenica del tempo ordinario, Pasqua della settimana, mi pare che le letture possano rispondere a questa domanda: quale è la mission, la vocazione degli uomini nel mondo?
La risposta l’abbiamo sentita nella orazione iniziale: “per
ricordare al mondo come tu ci ami”.
Rancore, ira e vendetta sono movimenti orribili del cuore, movimenti
che ci consumano dall’interno. La prima lettura dice: “il peccatore le porta
dentro”. È una affermazione molto azzardata. Penso che ogni uomo viva
almeno una volta nella sua vita questi sentimenti. Già ogni uomo porta in sé
questo peccato che lo consuma dall’interno. Anche nei detti dei nostri avi si
dice rodersi il fegato dalla rabbia.
Se noi siamo invitati a ricordare al mondo come Dio ci ama
penso che inizialmente dovremmo chiederci: come Dio ci ama?
La parabola del vangelo è molto illuminante:
-
Il debito condonato dal re al servo è di
diecimila talenti che corrisponde allo stipendio di 60 milioni di giornate di
lavoro, circa 200 mila anni di lavoro;
-
Il debito che questo servo non ha voluto condonare
al suo collega è di 100 denari ovvero 100 giornate di lavoro (il denaro era la
moneta dello stipendio quotidiano).
Come Dio ci ama? Di un amore infinito!
Un amore che sperimentiamo ogni istante della nostra vita,
anche se in alcuni momenti facciamo più fatica a rendercene conto!
Lo dice bene Paolo: “nessuno di noi vive per sé stesso e
nessuno muore per se stesso, perché se noi viviamo, viviamo per il Signore, se
noi moriamo, moriamo per il Signore”. Ogni istante della nostra vita è un
dono del creatore.
Chi di noi può ergersi a giudice dell’altro?
E quale giudizio può essere puro se non proviene dall’amore
gratuitamente donato?
Non so voi ma io non ho fatto nulla per poter ricevere l’Amore
di Dio eppure non passa giornata in cui io non possa dire: Il Signore è
buono e grande nell’amore.
Se noi uomini tenessimo sempre sott’occhio questo amore che
ci inonda nessuno di noi coverebbe sentimenti di rancore, di ira o di vendetta
su nessun fratello.
Anzi, consolati dall’amore di Dio non potremmo fare altro
che domandarci come aiutare i fratelli rattristati dalla vita a riconoscere la
consolazione di Dio nelle piccole cose quotidiane.
Godiamoci la vita! In questo godimento faremo pulizia dei
nostri occhi e potremo così vedere il mondo più pulito e potremmo davvero avere
le lenti giuste per riconoscere in esso tutte le sfumature dell’Amore di Dio.
Padre, creatore di tutto quanto esiste, donaci la capacità di
cogliere la tua presenza in ogni creatura.
Spirito Santo Amore del Padre e del Figlio, abita i nostri
cuori perché possano riscaldarsi ed urlare al mondo tutta la tua bontà e la tua
grandezza.
Signore Gesù Cristo che ci hai mostrato l’infinità dell’Amore
divino nella pazzia della croce, sostienici nelle fatiche e donaci le forze perché
sul tuo esempio anche noi possiamo compiere atti d’Amore divino.
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