La bancarelle che illudono!

3^ domenica di Quaresima
Es 20,1-17 ; Sal 18(19) ; 1Cor 1,22-25 ; Gv 2,13-25

In questa terza domenica di quaresima, la parola di Dio ci porta a riflettere in modo un po’ più approfondito sul nostro rapporto con Dio.
Quanto fastidio ci danno le regole, lo diciamo ai nostri figli che bisogna rispettarle ma quando dobbiamo farlo noi!
Prendete per esempio i dieci comandamenti che abbiamo appena proclamato. Con troppa facilità ci fermiamo solo su alcuni: “robat o mia robat, copat o mia copat” come se ci fosse solo il non rubare e il non uccidere. Anche qui bisognerebbe fermarsi un po’ sopra ma … vediamo le questioni da molto lontano! Ma cosa ne diciamo del non bestemmiare? “No, io solo quando sono arrabbiato!” oppure “lo sa, un po’ come tutti … quando si è con gli amici … ma mai con cattiveria!”. Quasi che tanto noi siamo quelli che vanno a messa tutte le domeniche, quindi un po’ di sconto ce lo meritiamo! E che ne diciamo del “non dire falsa testimonianza!” o del “Non desiderare …!”
Insomma, mi pare che per insegnare le regole ai nostri figli siamo tutti capaci, ma poi quando si tratta di metterle in pratica personalmente … scricchioliamo un po’.

Lasciamo per un attimo da parte i comandamenti e mettiamo un po’ lo sguardo su ciò che combina Gesù nel tempio! 
Ma dove è finito il Gesù buono, dolce e tenero che ci insegnano a catechismo? A me qui pare un disperato con i fiocchi, ma come si permette di fare tutto questo trambusto nella casa di Dio. E poi queste persone fanno questo lavoro proprio per dare lode a Dio, i venditori di animali vendono a chi vuole offrire un sacrificio a Dio, i cambiamonete per coloro che vogliono fare l’offerta nel tempio (cambiano la moneta romana con quella del tempio). Che bisogno c’era di fare una sclerata del genere?
Queste bancarelle sono un po’ come tutte le buone e sante scuse che ci prendiamo noi pur di non rispettare le 10 piccole regole di buona convivenza che Dio ci consiglia. Vado a messa la domenica, non puoi chiedermi anche di rispettare il mio prossimo, di non desiderare la moglie del mio migliore amico, di non rubare allo stato, di non bestemmiare … una cosa per volta. Quando sarò occupato a tenere la bancarella delle missioni non verrò a messa ma sto facendo qualcosa di buono! 
Insomma, i nostri occhi sono accecati dallo scintillio delle bancarelle e perdiamo di vista il vero, profondo motivo di quelle poche norme che Dio ci consiglia. Se vi chiedessi quali sono i 10 comandamenti, sono sicuro che li sbagliereste tutti, eppure li abbiamo appena ascoltati. (Noi però ascoltiamo solo ciò che ci fa comodo delle parole degli altri, figuriamoci di quella di Dio.) Tutti penso che rispondereste: “Io sono il Signore, tuo Dio. 1° non avrai altri dei di fronte a me. 2° non nominare il nome di Dio invano. 3° …”. Certo che se la mettiamo così ci viene spontaneo dire: ma cosa vuole questo qua, chi gli ha chiesto qualcosa. Io faccio quello che voglio!
Se invece siamo stati attenti la Parola dice: “Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dalla terra d’Egitto, dalla condizione servile. Non avrai altri dei di fronte a me …. Questa aggiunta è fondamentale. Questo Dio che mi da questi 10 consigli è lo stesso che mi ha ridato la vita, che mi ha restituito quella dignità che avevo perso nella schiavitù. Noi potremmo tradurre in maniera libera con: “Io sono il Signore Dio tuo, che sono morto in croce per te, liberandoti dalla morte eterna. Non avrai altri dei di fronte a me …” Cari miei, messe così le cose sono diverse. 
Ecco perché Gesù nel tempio si arrabbia in quel modo! Quando le bancarelle prendono il posto di Dio, quando le opere di carità prendono il posto di Dio e diventano la scusa per non entrare più in contatto con lui, per non accorgersi del grande dono che ci ha offerto su un piatto d’oro andando su quella croce, quando non ci rendiamo più conto di tutto questo … beh certo che Gesù ribalta tutto per scuoterci e riportarci alla realtà delle cose. Pare che Gesù voglia dirci: “È giunto il momento di smetterla di prenderci in giro, il tuo corpo è il tempio più prezioso che io possegga, trattalo come si deve, fai una buona pulizia e restituiscilo a quel prezioso compito per cui l’ho creato: l’incontro con il Padre.”

Padre creatore tu mi hai donato un corpo ed una comunità nella quale crescere ed incontrarti, aiutami a non perdere tempo, fa che non resti imbrigliato nelle cose scintillanti di questo mondo ma che possa puntare lo sguardo a ciò che solo mi guida verso te.
Gesù Figlio prediletto del Padre, tu hai dato la tua vita in sacrificio per salvarmi dalla morte eterna. Fa che questa Verità fondamentale della mia fede sia sempre al centro dei miei pensieri. Fa che le mie azioni siano sempre guidate da quest’unica verità di vita.
Spirito Santo Amore del Padre e del Figlio, è difficile non lasciarsi coinvolgere dai tentacoli di questo mondo. Solo con il tuo aiuto posso resistere e puntare dritto alla Gioia che non ha mai fine: la Pasqua di Cristo Signore.
Amen

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