Un monte per uscire dal mondo!

2^ Domenica di quaresima
4 marzo 2012

Dal vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli. 
Fu trasfigurato davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. E apparve loro Elia con Mosè e conversavano con Gesù. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Non sapeva infatti che cosa dire, perché erano spaventati. Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: «Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!». E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro.
Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell’uomo fosse risorto dai morti. Ed essi tennero fra loro la cosa, chiedendosi che cosa volesse dire risorgere dai morti.



Quella narrata nel Vangelo è una situazione inconcepibile. Si potrebbe anche dubitarne e nessuno potrebbe darvi torto! È lo stesso problema della Risurrezione!
Il problema è lo stesso perché siamo di fronte ad una anticipazione proprio di questo evento.
Ma procediamo con ordine:
-       L’uomo, la creatura, ha da sempre l’aspirazione a superare i propri limiti ed in particolare quello della finitezza, il limite della morte. È il desiderio di partecipare alla vita immortale del creatore. Ogni cultura antica e moderna ha questo desiderio ed in un modo o in un altre cerca di realizzarlo con la creazione di miti che esprimono questo dolore e che aprono ad una speranza in un futuro troppo oscuro. Pensiamo ai miti che troviamo nel libro della genesi, pensiamo alla mitologia greca, egizia, pensiamo anche alla filmografia come per esempio tutta la saga di Highlander.
-       Tornando al nostro testo mi soffermo sul fatto in se, ed in particolare alla sua geografia. Possiamo dire senza scandali che, geograficamente questo monte quasi sicuramente non esiste. È un luogo che fa parte di noi, della nostra esistenza, della nostra geografia interiore. È il luogo che mi serve per uscire dal mondo, per uscire dalla situazione in cui mi trovo, è il luogo che mi serve per isolarmi. Allora questo luogo sono convinto che voi lo conosciate bene:
o   La mia camera riempita di musica;
o   Il mio letto quando tutto gira nel verso opposto a quello che desidererei;
o   Una passeggiata in montagna per eliminare tutta l’energia negativa accumulata;
o   La musica nelle orecchie per non sentire niente e nessuno;
o   L’allenamento, la partita, lo sport in genere;
o   Ecc.
Mi isolo e guardo ciò che mi sta attorno da una posizione privilegiata, un monte appunto. E le cose mi appaiono diverse.
Oggi non ti chiedo di cercare Dio da questo tuo monte. Io penso che soprattutto a questa tua età sia necessario impegnarsi a cercare anzitutto se stessi. Solo allora si potrà iniziare a guardare il mondo e le cose da punti diversi.

Il consiglio che ti do è quello di trovare questo monte dentro di te. Sali e lasciati trascinare dai pensieri. Lascia che ti accompagnino per i deserti e per le foreste che affollano la tua fantasia. Tieni lo sguardo fisso sul desiderio di conoscere sempre di più e sempre più a fondo la Verità che governa il mondo.

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