Un papà che ama deve porre dei limiti ...
2 settembre 2012
XXII domenica del
tempo ordinario – B
Dt 4,1-2.6-8 ; Gc
1,17-18.21b-22.27 ; Mc 7,1-8a.14-15.21-23
In questa XXII domenica
del tempo ordinario, Pasqua della settimana, La Parola di Dio ci
invita a guardare nel nostro cuore con estrema sincerità.
Le domande che possono
nascere dall'ascolto di queste parole sono apparentemente banali, ma
se le prendiamo seriamente ci rendiamo conto che spesso e volentieri
le bypassiamo con la buona scusa di aver molto da fare. Cosa occupa
il nostro cuore? Per che cosa si affanna?
La forte controversia che
mette Gesù contro i farisei trova origine proprio in queste domande.
I farisei, così preoccupati nel rigido rispetto dei 613 precetti li
ha portati a non ricordare più la loro origine. Da dove sono nati?
Da chi sono nati? Perché? Gesù conosce bene l'origine di tutti
questi regolamenti e vuole che anche questi uomini aprano i loro
occhi. I precetti infatti non sono di origine divina. L'uomo li ha
formulati per andare incontro all'esigenza di tradurre nella
quotidianità le dieci norme che Dio diede a Mosè (Queste sono la
legge divina, non i precetti). Gesù addirittura ci suggerirà il
cuore stesso di queste dieci regole divine, ma vedremo dopo.
Anche noi oggi facciamo
volentieri questo errore. Ci lamentiamo tanto per le indicazioni che
le istituzioni ecclesiali (ma anche civili) ci danno, quei paletti
così rigidi da rispettare, almeno quando siamo noi a doverle
rispettare. Quando invece sono gli altri a non rispettarli nei nostri
confronti però ci irrigidiamo e mostriamo i nostri diritti. Dicevo
appunto di tutte queste leggi umane che spesso sono l'oggetto
controverso della cronaca mondiale, quale origine hanno?
Provo a semplificare
ulteriormente. Quando un bambino inizia a scoprire il mondo vorrebbe
toccare, assaggiare e sperimentare tutto ciò che lo circonda. Quando
vede il fuoco per esempio ne resta affascinato e vorrebbe toccarlo,
ma la mamma cosa fa? Non si metterà certo a spiegargli come funziona
il fuoco e quali sono le conseguenze di quel gesto, e anche se lo
facesse, la curiosità del bambino lo porterà di nuovo a ritentare
la scoperta. L'educatore dovrà dire con autorità che quel gesto non
va fatto perché sbagliato, e magari nei tentativi successivi ci sarà
pure la penitenza di una piccola sberla sulla mano. È necessario
mettere dei paletti rigidi perché il bambino non ha ancora le
capacità di comprendere. Anche per noi è così. Dio ci chiede di
Amare (ecco quale è il cuore delle 10 regole che Dio diede a Mosè).
Ma come fare? Dove stanno le difficoltà? Perché è così difficile
per noi uomini amare e farsi amare? Gesù ci suggerisce quest'oggi
che la sede di tutto questo è nel cuore dell'uomo. È lì che si
formano tutti quei sentimenti che ci portano giorno dopo giorno a non
riuscire più ad amar e ad amarsi. Fornicazioni, furti, omicidi,
adulteri, cupidigie, malvagità, inganno, impudicizia, invidia,
calunnia, superbia, stoltezza. Tutto ciò si forma nel nostro cuore
se non abbiamo il coraggio di rendercene conto. Ecco perché oggi
siamo chiamati a chiederci cosa occupa il nostro cuore, per che cosa
si affanna! Se ce ne rendiamo conto possiamo rimediare a tutto questo
ma se non ci rendiamo conto, le azioni conseguenti a questi moti del
cuore diverranno la normalità e ci accecheranno a tal punto che per
il nostro modo di vedere saranno tutti gli altri a sbagliare. È ciò
che Gesù contesta ai farisei, è ciò che anche noi ogni tanto
contestiamo alla gerarchia ecclesiale, ma se scaviamo nel nostro
cuore è ciò che dovremmo ogni giorno contestare anche a noi stessi.
Signore Gesù è così
difficile mettersi in ascolto della Tua parola di vita. Eppure tu non
ti stanchi mai di invitarci a questo ascolto. Se anche riuscissimo a
comprendere la profondità dei tuoi insegnamenti, se potessimo anche
solo ad intuire l'Amore che ti spinge a farci crescere …
Certo che gli stimoli del
mondo non fanno altro che indurire il nostro cuore. E col cuore
indurito non possiamo che camminare nell'illusione di poter
sperimentare la felicità. L'esperienza che facciamo con questo modo
di agire invece è quella della brevità di questa felicità che
tentiamo di raggiungere mentre in realtà miriamo alla serenità del
cuore.
Dona il tuo Spirito ad
ognuno di noi, perché possiamo almeno una volta sperimentare la vera
serenità che solo da te proviene. E che questa esperienza possa
essere stimolo per metterci all'ascolto della tua Parola per poter
così convertire la nostra quotidianità ai tuoi consigli.
Amen
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