Un ponte tra terra e cielo!


20 gennaio ’13
II domenica T.O. – C
Is 62,1-5 ; Sal 95(96) ; 1Cor 12,4-11 ; Gv 2,1-11
In questa seconda domenica del Tempo Ordinario, pasqua della settimana, la Parola di Dio ci porta a riflettere sul grande tema dell’Alleanza tra Dio e l’uomo.
L’alleanza è un qualcosa che unisce, che fa da ponte, che accorcia le distanze. Il tema delle nozze è il simbolo per eccellenza utilizzato nell’antico testamento (vedi la prima lettura) proprio per indicare questo rapporto intimo tra Dio e il suo popolo. È la stessa immagine utilizzata dall’evangelista Giovanni. Queste nozze di Cana non sono altro che un grande segno, nel senso più bello del termine, cioè di ciò che sta all’inizio di una lunga serie, una sorta di cliché, un qualcosa che ci serve per leggere tutti gli altri segni che Gesù compirà fino al giorno di pasqua.
Anche la liturgia di quest’anno ci introduce con una certa finezza in tutto questo. Infatti, sulla scia di quanto in passato era sottolineato a riguardo dell’epifania (cioè della manifestazione di Dio tra gli uomini), siamo alla terza domenica in cui i Vangeli ci portano a soffermare lo sguardo sul modo in cui Dio entra nella nostra storia. I magi che arrivano ad adorare il bambino, l’intervento della voce divina nel giorno del battesimo di Gesù ed ora la manifestazione alle nozze di Cana. Queste tre domeniche formano un ponte tra il tempo di Natale con il quale abbiamo iniziato quest’anno ed il tempo ordinario che stiamo iniziando a vivere. Quasi a dire che la salvezza che abbiamo solennemente festeggiato a Natale deve dilatarsi su tutto l’arco dell’anno. D'altronde non è possibile pensare che Natale sia solo il 25 dicembre. Gesù deve far parte della nostra esistenza ogni giorno della nostra vita!
Le letture di questa domenica ci aiutano a comprendere qual è il modo con cui Gesù vuol far parte della nostra esistenza. Il tema dell’allegria è comprensibile a tutti. Si parla di festa di nozze, si parla di acqua tramutata in vino. Quasi a dirci che là dove il Signore Gesù è presente non può esserci posto per i musi lunghi, deve esserci allegria. Quest’allegria però non è il chiasso o la leggerezza con cui spesso affrontiamo le situazioni. L’allegria di cui ci parla Giovanni nel suo Vangelo è un qualcosa che nasce dal profondo del cuore. Quelle sei giare di pietra sono il grande simbolo della nostra umanità. Sei come il giorno in cui viene creato l’uomo. Sei è il simbolo dell’imperfezione. La pietra richiama il cuore di pietra che contraddistingue l’uomo e che solo da Dio può essere trasformato in cuore di carne. E guarda caso ci troviamo proprio nel terzo giorno della cosiddetta settimana inaugurale del Vangelo di Giovanni. Proprio come il terzo giorno in cui Dio consegna le tavole della legge a Mosè stipulando così la prima alleanza. Proprio come quel terzo giorno nel quale ricordiamo la Risurrezione; giorno in cui dal cuore di Gesù uscì sangue misto ad acqua, segno della nuova ed eterna alleanza. Questo miracolo raccontatoci solo dall’evangelista Giovanni vuole così inserirci nel grande disegno di salvezza cui ogni uomo e ogni donna sono chiamati, una salvezza che può venire sola dall’alto della croce del Cristo, una salvezza che può portare solo alla gioia della festa senza fine nel Regno dei cieli.

Signore Gesù, hai mostrato a tutti noi con la tua presenza su questa terra, il grande desiderio del Padre di volerci sempre accanto a lui nella gioia. Quante volte invece ci lasciamo prendere dalla noia delle giornate sempre uguali e sempre piene di problemi! Donaci di gustare la tua dolce amicizia, donaci di godere della tua presenza portatrice di serenità, donaci di rallegrarci bevendo al calice nuziale che ci stai presentando che è lo stesso calice dell’ultima cena.
In questa settimana vogliamo pregarti anche per l’unità dei cristiani. San Paolo sottolinea nella sua lettera ai Corinzi come necessariamente siamo tutti diversi, nei carismi, nei ministeri, nelle attività, ma tu sei unico, tutto in tutti. Il tuo Spirito di unità ci aiuti a creare legami stretti con i fratelli nel battesimo. Ci sproni a condividere senza paura ciò che possiamo condividere ed a rispettare le differenze dell’altro. Il tuo Spirito ci insegna inoltre a guardare la differenza del fratello non come un segno di pericolo nei nostri confronti, ma come un’opportunità di crescita nella fede e nella vita.
Amen

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