La Parola e le parole!
21 aprile 2013
IV domenica di Pasqua
Giornata mondiale delle vocazioni
le parole |
At
13,14.43-52 ; Sal 99(100) ; Ap 7,9,14b-17 ; Gv 10,27-30
In
questa 4 domenica del tempo pasquale, pasqua della settimana, al cuore della
liturgia viene messa la Parola.
La
prima comunità cristiana, descritta nel libro degli Atti degli apostoli, pare
fondare la sua esistenza sull’insegnamento degli Apostoli.
“Quasi tutta la città si radunò per ascoltare
la parola del Signore”. I giudei stessi erano gelosi di tutto questo
movimento attorno a questi uomini, seguaci di quel tal Gesù che essi avevano
fatto condannare. È la Parola che attira, è la Parola che fa crescere, è la
Parola che converte. Sto pensando ai nostri atteggiamenti, a come noi tentiamo
di convertire il cuore degli altri, soprattutto delle giovani generazioni. Come
possiamo lasciar lavorare la Parola se riempiamo di parole le loro orecchie?
Come possiamo trasmettere la Parola se mettiamo al centro tutte le nostre
inutili parole!
La Parola |
“Era necessario che fosse proclamata prima di
tutto a voi la parola di Dio, ma poiché la respingete e non vi giudicate degni
della vita eterna, ecco: noi ci rivolgiamo ai pagani”. È necessario
proclamare la Parola, non possiamo tenerla rinchiusa in un libro, non possiamo
far si che questo libro sia un bel soprammobile del salotto. Ma noi quanto
leggiamo la Parola? Quanto lasciamo che sia lei a muoversi liberamente per le
strade dei nostri paesi? Mi stupiscono sempre quei giovani che, da quando hanno
deciso di mettere la Parola al centro della loro vita, non passano giorno senza
leggere anche solo un piccolo brano di essa. La loro vita è cambiata giorno
dopo giorno (e non sto parlando di seminaristi o pseudo preti, parla di giovani
normalissimi come cene sono tanti!). I primi destinatari della Parlo siamo noi
stessi! Non dobbiamo pensare che gli altri debbano leggere, non possiamo
pensare che gli altri debbano conoscere, non possiamo pensare che gli altri
debbano cambiare. Siamo noi stessi i primi che devono perseverare nel leggere,
conoscere e cambiare!
Proprio
perché siamo noi i primi destinatari della Parola ecco che ciò che ascoltiamo
nel Vangelo ci colpisce dritto al cuore: “Le
mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono”.
Ho
pensato molto a queste parole, come prete tutta settimana ho pensato a cosa mi
dicevano in quanto pastore. Mi sono così accorto che è stato un grande errore.
Oggi queste parole devono raggiungermi anzitutto come pecora (e magari come
pecora smarrita!). Il pastore è uno solo ed è Gesù Cristo. Noi siamo tutti
pecore in cerca di un buon pascolo. Ecco allora cosa dobbiamo fare: ascoltare e
seguire.
Quanto
è difficile! A volte (direi spesso) ci limitiamo a sentire la voce del pastore
e poi sgraniamo gli occhi in cerca di tenera erba da mangiare, non fa niente se
il pastore ci ha appena chiesto di allontanarci dal bordo del precipizio, se lì
vedo erba tenera mi ci butto sopra!
È
necessario invece non solo sentire ma ascoltare le Parole del Pastore, è
necessario porre fiducia su colui che ci porta al pascolo, è necessario
lasciarci trasportare dai suoi insegnamenti.
Oggi
dobbiamo proprio lavorare sulla nostra testardaggine: da un lato perché con
troppa facilità ci arroghiamo il titolo di guide della comunità e degli altri;
dall’altro perché con altrettanta semplicità pensiamo di saper bene cosa fare e
dove andare (anche se questo vuol dire fare e andare lontano dal pastore).
Signore
Gesù, unico e sommo pastore, aiutami a convertire il mio cammino, fa che io
capisca giorno dopo giorno di abbandonarmi ciecamente nelle tue braccia. La tua
Parola è guida sicura per i miei passi, fa che io abbia il coraggio di
lasciarla entrare nel mio cuore, fa che le mie azioni siano costantemente
guidate da essa e non dalla mia fame di potere e di volere. La mia
testardaggine spesso mi porta sull’orlo di grandi precipizi se non addirittura
oltre, fa che non aspetti il momento del dolore, della solitudine della
disperazione per cercarti ma fa che possa sin da ora accorgermi della
preziosità e della bontà della tua presenza.
Amen
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