I doni del Risorto

12 aprile 2015
II domenica di Pasqua
della Divina misericordia
At 4,32-35 ; Sal 117(118) ; 1Gv 5,1-6 ; Gv 20,19-31
In questa seconda domenica di Pasqua la Parola di Dio ci mostra i doni della presenza del risorto in mezzo a noi.
Anzitutto nel vangelo si dice per ben tre volte che Gesù, presentandosi ai suoi discepoli dice: “Pace a voi!” Il primo dono del Risorto è la pace e l’accoglienza di questo dono porta gioia nel cuore di chi lo riceve.
Ma perché la pace? E perché la gioia?
Gesù ha vissuto sulla sua pelle i dolori della violenza e dell’odio, ne porta ancora i segni; quella violenza e quell’odio gratuiti hanno distrutto le loro conseguenze.
Lo spiega bene Lewis nel libro delle cronache di Narnia; quando Aslan torna in vita, dopo essere stato ucciso dalla strega bianca sulla tavola di pietra, spiega alle bambine quanto è accaduto dicendo: “Significa che la Strega Bianca conosce la Grande Magia, ma ce n'è un'altra più grande che non conosce. Le sue nozioni risalgono all'alba dei tempi: ma se potesse penetrare nelle tenebre profonde e nell'assoluta immobilità che erano prima del tempo, vedrebbe che c'è una magia più grande, un incantesimo diverso. E saprebbe che, quando al posto di un traditore viene immolata una vittima innocente e volontaria, la Tavola di Pietra si spezza e al sorgere del sole la morte stessa torna indietro”. Mi pare sia una magnifica spiegazione del perché Gesù risorto porta i segni della sua passione. Pace e gioia quindi sono i doni del Risorto per l’umanità in quanto non c’è più nulla da combattere né da temere, l’ultima battaglia è terminata.
Noi ogni ottavo giorno ci raduniamo attorno alla mensa del Signore Gesù, siamo ogni volta in quel cenacolo e portiamo con noi le stesse paure che avevano i discepoli. Gesù ogni ottavo giorno viene in mezzo a noi e ci dona la sua pace, il nostro cuore si riempie di gioia? Riusciamo a cogliere la sua presenza viva in mezzo a noi, riusciamo ad accogliere il suo dono?
Tommaso non era presente, quanti nostri amici non sono presenti a questo incontro, ma quando vede i suoi amici e quando questi gli raccontano ciò che è avvenuto … beh lui non crede ma … otto giorni dopo ha fatto in modo di essere presente. Quanti nostri amici incontrandoci dopo aver visto il Signore Gesù nell’eucarestia, in questo ottavo giorno, sono incuriositi dalla nostra esperienza al punto tale da volerla vivere di persona?
Sapete un anno, portando i ragazzi a Taizé, eravamo in poco più di 20; il fr che ci accoglie ogni anno ci aveva lanciato una sfida: “il prossimo anno ognuno di voi porta un amico così sarete il doppio”; beh, nessuno l’avrebbe mai detto ma l’anno successivo eravamo in 50; quando il fr ci vide disse che aveva paura a rinnovare la sfida, fummo noi a fare la promessa di raddoppiare: l’anno dopo eravamo più di 90 (due pullman pieni).
L’incontro con il Cristo risorto cambia la tua vita e rompe ogni paura. L’incontro con il Cristo risorto riempie il tuo cuore di pace e di gioia che chiunque ti vede non può fare a meno di restarne abbagliato. L’incontro con il Cristo risorto è il luogo in cui ti viene donata la fede. Questa fede devi poi mantenerla viva imitando colui che l’ha generata. Ecco perché nella prima lettura abbiamo sentito che i discepoli erano un cuor solo e un’anima sola condividendo i loro averi con coloro che ne avevano bisogno, ecco perché ciò che smuoveva la vita attorno ai primi credenti era la loro testimonianza della risurrezione del Signore Gesù.
“Chiunque è stato generato da Dio vince il mondo; e questa è la vittoria che ha vinto il mondo: la nostra fede”. Sono le parole dello stesso Giovanni che abbiamo sentito nella sua lettera.
Con la Pasqua di Cristo siamo generati anche noi alla fede; hai il coraggio di gridarlo al mondo con le tue opere? Hai il coraggio di gridarlo al mondo donando a tutti la misericordia di Dio?
Siamo deboli Gesù, abbiamo poca fede ma siamo qua, ancora una volta, attorno alla tua mensa. Facciamo fatica a riconoscerti nel pane spezzato ed ancor più fatica a sentirti presente nelle nostre giornate, ma siamo qua attorno alla tua mensa.
Signore Gesù noi crediamo in te ma tu aumenta la nostra poca fede, fa che un giorno, che Tommaso, possiamo dire con voce forte e sincera “Mio Signore e mio Dio!”, aiutaci a riconoscerti come il Messia promesso e come l’unico Dio della storia dell’umanità.
Chiunque ci incrocia possa godere dei frutti della tua Pasqua e quella pace che tu doni a noi oggi possa davvero raggiungere ogni uomo che abita questa terra.

Amen

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