Comunicati per essere in comunione
7
giugno 2015
Corpus
Domini
Es 24,3-8
; Sal 115(116) ; Eb 9,11-15 ; Mc 14,12-16.22-26
In questa domenica festeggiamo il Corpo e il Sangue
di Gesù, è ormai una tradizione consolidata sin dal medioevo, una tradizione
che nasce per porre al centro della nostra attenzione la reale presenza di Gesù
nell’eucarestia.
Oggi però possiamo fare un passo in più, quando
andiamo a cibarci di Gesù noi diciamo che andiamo a fare la comunione. Proviamo
a soffermarci su questa espressione.
Fare comunione con Gesù significa diventare una
cosa sola con lui. Ma se tutti diveniamo una cosa sola con lui allora tutti noi
siamo una cosa sola in Cristo. Questo allora significa che se faccio del male a
qualcuno che come me è in comunione con Gesù faccio del male a me stesso, se penso
male di qualcuno che è in comunione con Gesù penso male di me stesso, se provo
rancore per qualcuno che è in comunione con Gesù provo rancore verso me stesso.
Sono questi pensieri che hanno portato Roger a iniziare la Comunità di Taizé.
Durante la seconda guerra mondiale gli sono tornate alla mente le parole che
sua nonna gli diceva durante la prima guerra mondiale: come possono due
fratelli farsi guerra? Come è possibile che persone che si trovano a pregare le
stesso Gesù si facciano guerra tra di loro? Spesso questa domanda me la faccio
anche io quando ascolto il telegiornale o quando ascolto le confidenze di
qualcuno: come possono persone che pregano le stesso Gesù essere in guerra tra
di loro? Come è possibile che persone che costantemente entrano in comunione
con Gesù siano in guerra tra di loro? Dobbiamo lasciarci plasmare da questo
Gesù che ci fa suoi, dobbiamo lasciarci fagocitare da questo Gesù che ci chiede
di essere parte del suo corpo. Dobbiamo chiedere la grazia di riconoscere che
ciò che è stato è passato, ora viviamo nel presente e il nostro sguardo deve
essere rivolto al futuro.
Essere in comunione con Gesù significa desiderare
una vita nuova, una vita fondata sui suoi insegnamenti una vita che prende
esempio dalla sua stessa vita.
Oggi mostriamo a tutti il Corpo e il Sangue di
Gesù, nei giorni scorsi siamo stati difronte a lui in contemplazione più o meno
silenziosa, cerchiamo di fare in modo che il tempo trascorso in sua compagnia
non sia una tradizione ma l’espressione sincera di voler sempre più
assomigliare a lui, agnello immolato per noi, manna che dal cielo viene a
sostenere le nostre fatiche.
Lasciamo quest’oggi un po' di silenzio per entrare
in relazione con Lui che anche oggi, nonostante le mie povertà mi chiede se
voglio entrare in comunione con Lui per entrare in comunione con ogni mio
fratello che in Lui si rifugia.
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