Fede o superstizione?
21 giugno 2105
XII domenica T.O. – B
Gb
38,1.8-11 ; Sal 106(107) ; 2Cor 5,14-17 ; Mc 4,35-41
In
questa 12^ domenica del tempo ordinario, pasqua della settimana, la Parola ci
porta a riflettere ancora una volta sulla nostra fede.
Possiamo
dirci uomini di fede? In che cosa crediamo? Potremmo anche dire: in che cosa
abbiamo fiducia?
Sono
domande che non ci poniamo spontaneamente ogni giorno, ma che invece dovrebbero
occupare i nostri momenti di tranquillità.
Quel
Gesù che dorme sul cuscino bello comodo, a poppa nella barca è lo stesso Gesù
che noi incrociamo quando, nel bel mezzo di una tempesta ci troviamo soli e con
l’acqua alla gola. Penso che la parabola sia ben comprensibile.
Eppure
Gesù stesso ci ha dato gli strumenti per comprendere ciò che succede: ricordate
le parabole che abbiamo letto domenica scorsa? Quel piccolo seme nascosto nelle
profondità della terra quale grande potenza è in grado di sprigionare? Ecco,
Gesù, comodamente addormentato nella parte posteriore della piccola barca di
pescatori è quel seme che riposa nella terra, in lui c’è una grande energia
capace di cambiare le condizioni del creato. Ma questo non basta, cosa serve?
Serve che qualcuno si rivolga a lui con tutta la sua fede. Quante volte mi
trovo a dire: arrabbiati con Gesù, non far finta di nulla. Se ti arrabbi con
Lui hai la certezza che Lui può tutto, che Lui non può dormire intanto che
accadono tragedie mosse dall’egoismo degli uomini. I discepoli si sono
arrabbiati con Gesù e Lui ha potuto mostrare il suo grande potere.
Chi è
questo Gesù che noi scorgiamo spesso addormentato nelle retrovie della nostra
vita?
Questo
Gesù è Colui che può urlare al vento e al mare: “Taci, calmati” e il vento e il mare lo ascoltano; è colui che “ha chiuso tra due porte il mare”; è
colui che ha collaborato alla creazione di tutto ciò che esiste: “Dio disse: sia la luce; e la luce fu”
(Gen 1). Gesù è, come dice Giovanni evangelista, il Verbo di Dio, quel suono cui
ogni creatura non può disobbedire.
Tu
credi questo? O ti limiti a pensare al piccolo e delicato bambino nella stalla
di Betlemme? O ti limiti a pensare all’indifeso uomo appeso alla croce, “scandalo
per i giudei, stoltezza per i pagani?” (1Cor 17,23) e potremmo anche aggiungere
oggi: vergogna dei cristiani. Tu credi in questo Gesù? Riponi in lui la tua
fiducia? Oppure anche tu come tanti riponi la tua fiducia in una immaginetta
appiccicata in qualche angolo della casa? Credi che un’Ave Maria sia
sufficiente per assicurarti la buona riuscita di un operazione o che un po’ di
acqua benedetta sui muri di una casa o sulla carrozzeria di una macchina ti
basti per evitare incidenti?
Spesso
purtroppo riduciamo la nostra fede a superstizione, l’immaginetta in casa o la
corona del rosario sulla macchina sono al pari di un cornetto rosso che
allontana il malocchio. Il Signore Gesù ci chiede una fede molto più grande.
Hai tu questa fede? desideri questa fede?
Vi
confesso senza vergogna che la mia fede è proprio misera, faccio molta fatica a
riconoscere in Gesù tutta la potenza del creatore, è un qualcosa che va oltre
la mia immaginazione, è un qualcosa che il mio pensiero fa fatica a immaginare.
Dobbiamo pregare gli uni per gli altri, vi chiedo di pregare per me, vi
prometto che continuerò a pregare per voi, il Signore possa ogni giorno
aumentare la nostra misera fede. Quel seme gettato nel nostro cuore sin dal
giorno in cui Dio ci ha pensati possa iniziare a germogliare dentro di noi.
Possano i nostri orizzonti allargarsi al punto tale da comprendere
inimmaginabile. Possa la vera idea di Dio penetrare i nostri pensieri e
riempiere di fiducia ogni nostra parola e ogni nostro gesto.
Il
Signore Gesù, Verbo eterno del Padre, possa portare a termine in ognuno di noi
e attraverso ognuno di noi la sua meravigliosa opera creatrice.
Amen.
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