Chiamati per essere santi!
12 luglio 2015
XV domenica tempo ordinario – B
Am
7,12-15 ; Sal 84(85) ; Ef 1,3-14 ; Mc 6,7-13
Dopo
averci fatto riflettere per un po’ di domeniche sulla nostra fede, La Parola di
Dio di questa XV domenica del tempo ordinario, Pasqua della settimana, cerca di
indicarci il fine della nostra esistenza.
Perché
l’uomo esiste? È una delle domande che l’uomo di sempre si pone.
Paolo
cerca di rispondere scrivendo agli Efesini: “In lui (=Cristo) ci ha scelti (Dio) prima della creazione del mondo per
essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità, predestinandoci ad
essere per lui figli adottivi mediante Gesù Cristo, secondo il disegno d’amore
della sua volontà”.
Sono
parole grandi, che dicono quanto ogni uomo sta a cuore a Dio. Ognuno di noi,
anche tu come me sei chiamato a diventare santo sin dal giorno in cui Dio
stesso ti ha pensato.
Ognuno
di noi è proprio come quel profeta della prima lettura: Amos. Non ha nessuna
qualità per mettersi difronte agli uomini e parlare a nome di Dio eppure Dio lo
ha scelto per questo compito. Lui è semplicemente un mandriano e un
coltivatore, in lui nessuna goccia di sangue reale o profetico, eppure, o
proprio per questo, Dio lo ha scelto come portavoce.
Nel
Vangelo Gesù ha appena scelto i suoi Dodici, e li invia a due a due davanti a
se per annunciarlo. È la prima volta nella storia che un maestro invia i suoi
discepoli ad annunciarlo, la missione è una novità assoluta di Gesù e quindi
della Chiesa.
Tanti
sono i discepoli cioè i seguaci ma non
tutti sono apostoli, cioè inviati. Eppure un po’ di missione apostolica è di
tutti se ci pensiamo bene. Ognuno di noi, nella sua esistenza dice a chi lo
osserva le proprie convinzioni. Con i propri gesti, con le proprie scelte
quotidiane, con il suo modo di dire e di fare ogni uomo trasmette ciò che nel
profondo del suo cuore ha scelto come guida per il suo cammino. Non è
proselitismo (come fanno i testimoni di Geova che suonano i campanelli delle
case) ma è uno stile di vita. Non sono le nostre parole a dire la nostra fede
ma i nostri comportamenti. E allora ognuno di noi ogni giorno, in ogni scelta
ed in ogni chiacchierata può essere apostolo di Cristo.
Certo
qualcuno più di altri è particolarmente scelto per un’esistenza di più radicale
testimonianza. Ma perché Dio ha scelto proprio noi per parlare a suo nome?
Perché a scelto noi per dirsi agli uomini? Questo resterà un gran bel mistero.
Nessuno di noi ha dalla nascita le qualità perfette per dirsi immagine di
Cristo ma tutti noi, ognuno nel suo contesto, ha il dovere di sforzarsi per
essere il più possibile immagine di Cristo.
Sarebbe
anche interessante soffermarci sulle indicazioni che il signore Gesù ci dona
per essere suoi apostoli. Solo qualche piccolo spunto perché il primo a fare
l’esame di coscienza devo essere io. La povertà di spirito che le beatitudini
ci ricordano è la condizione fondamentale per seguire e testimoniare Gesù.
Questo significa non essere legati a nulla di terreno: né pane, né sacca, né
denaro … Ci chiede anche di andare due a due, non per controllarci a vicenda
(come i testimoni di Geova) ma per testimoniare la fraternità. Ogni apostolo di
Cristo non dovrebbe mai vivere da solo ma in piccole fraternità nelle quali si
testimonia, nella fatica quotidiana ma anche nella gioia quotidiana, la
bellezza e la verità di ciò che si proclama con la parola. Questo è il mio
piccolo sogno da qualche anno a questa parte!
La
Parola di oggi quindi ci consegna il segreto della nostra esistenza che sta nel
desiderio più intimo di Dio: la nostra santità. A questa meta si arriva solo
mettendosi umilmente al seguito dell’unico maestro, che è Gesù e, dopo il suo
mandato, portare la sua Verità nel nostro mondo.
Signore
Gesù non sono degno di essere tuo apostolo, ma tu, nel tuo infinito amore per
me, mi ha chiamato a testimoniarti ai fratelli. Aumenta il mio desiderio di
seguirti, fa che non distolga mai lo sguardo dalla meta finale a cui mi chiami
e sostienimi nelle fatiche ordinarie della mia esistenza terrena.
Amen
Commenti
Posta un commento