La bella vita

11 ottobre 2015
XXVIII domenica TO – B
Sap 7,7-11 ; Sal 89(90) ; Eb 4,12-13 ; Mc 10,17-30
In questa 28^ domenica del Tempo ordinario, Pasqua della settimana, la Parola ci chiede di interrogarci su cosa è veramente importante nella nostra vita: per cosa viviamo?
Appena mi sono accostato a questo vangelo sono rimasto impressionato da quel tale e da tutti i gesti che compie. Non ha vergogna di nessuno, non guarda in faccia a nessuno, lui sa dove vuole andare, lui sa cosa vuole chiedere. Corre incontro a Gesù, si getta ai suoi piedi e gli domanda ciò che vuole.
Prova a chiederti, se tu avessi la stessa possibilità, cosa gli chiederesti? Ma forse prima ancora potresti chiederti SE faresti il diavolo a quattro per poterti accostare a Gesù per chiedergli qualcosa! Davanti a tutti, non rinchiuso nel nascondimento di un confessionale, in mezzo alla strada in pieno giorno.
“Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?”
Quattro cose grandissime in questa frase:
Maestro buono – cosa devo fare – ereditare – vita eterna
1.      Anzitutto questo tale riconosce in Gesù una bontà grande. Sono parole tenere, vere, non si tratta di una formla di cortesia. Gesù darà molto peso a questo aggettivo. BUONO Prova a chiederti con quali sentimenti ti rivolgeresti a Gesù, quale caratteristica useresti per richiamare la sua attenzione e dire cosa veramente provi nei suoi confronti dentro di te.
2.      Che devo fare. È la seconda parola. L’uomo non si lascia guidare dal suo istinto. È ciò che ci differenzia dagli animali. Qualcuno si differenzia maggiormente qualcuno di meno. Questo tale è disposto a reprimere i suoi istinti, desidera raggiungere il suo obiettivo, è disposto a FARE. E tu? Quanto riesci a gestire i tuoi istinti? Quanto sei disposto a fare per distinguerti dall’animale ed essere sempre più simile all’immagine di Dio che è l’uomo?
3.      Si parla poi di eredità. La vita eterna che questo tale desidera è sì legata ad un fare ma anche ad una eredità. A chi spetta l’eredità? Al figlio di un padre. Tu sei figlio? Ti riconosci tale? Ma non sei solo, puoi partecipare all’eredità solo se impari a vivere da fratello. Quanto sei disposto a condividere con i tuoi fratelli? Quanto sei disposto a darti per i tuoi fratelli?
4.      Ed eccoci all’ultim aparola: la vita eterna. Il pensiero della morte ovvero di una vita non eterna è proprio dell’uomo. L’uomo da sempre cerca la vita, ma quale? Negli ultimi decenni siamo talmente rincitrulliti che ci siamo convinti che la “bella vita” sia quella fatta di possedimenti, soldi, donne, giovinezza. Ma ci sarà sempre un ostacolo che metterà fine a tutto ciò: la morte. Qualìè allora la “bella vita”? Una vita senza morte, senza malattia, senza limiti di tempo  senza differenze di qualità: la vita eterna.
Cari amici, la risposta di Gesù la conosciamo bene ma meno bene forse la reazione di Gesù al venire a conoscenza che questo tale già conosceva la Parola e rispettava la legge fin dalla sua giovinezza: “Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò ...”. Che bello questo sguardo, mi piacerebbe veramente sentirmelo addosso, caldo, confortante, amorevole. Ma quell’uomo ha osservato i comandamenti “fin dalla sua giovinezza” non solo nella sua giovinezza! A volte noi pensiamo che le cose più semplici, “Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre”, siano cose da fanciulli ma ora che siamo grandi ... i problemi sono altri. Ebbene io invece penso che fra il non dire le bugie, il non parlar male di altri e il non frodare ... tutti quanti dobbiamo da ripensarci!
Perchè la questione dell’attacamento alle cose, in questo brano di vangelo sembra essere un secondo step. Io oggi mi fermo quà, penso che ognuno di noi abbia qualcosa su cui meditare in questi giorni, almeno per me e così e mi auguro anche per molti di voi.
Il signore ci aiuti ad essere sempre innamorati della sua Parola che riempie ogni nostra giornata e ceh può guidare ogni nostro passo verso quella meta tanto desiderata: “la bella vita” o la vita eterna, chiamatela come volete.

Amen

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