Le mie pecore ...
17 aprile 2016
IV domenica di Pasqua
At
13,14.43-52 ; Sal 99 ; Ap 7,9.14b-17 ; Gv 10,27-30
In questa 4^ domenica di Pasqua
la Parola che la liturgia ci dona ci aiuta a a riflettere su chi è il credente
e quindi ci aiuta a verificare quanto lo siamo!
Il Vangelo, breve ma chiaro e
immediato ci consegna le tre caratteristiche che deve avere il credente:
- È
colui che ascolta Gesù;
- È
colui che è conosciuto da Gesù;
- È
colui che segue Gesù.
Già su questo punto potremmo
soffermarci a riflettere sulla nostra vita.
Sono convinto che la nostra fede
sia altalenante, ci sono momenti in cui tutte tre queste caratteristiche ci
appartengono ma ci sono anche momenti in cui una o due di queste vengono meno.
Sono le tribolazioni della vita umana che spesso e volentieri ci annebbiano la vista
e così non riusciamo a seguire Gesù; sono le tentazioni del maligno che ci
coprono le orecchie per non farci ascoltare la Parola di Gesù.
Ma facciamo attenzione:
ascoltare, seguire ed essere conosciuti sono caratteristiche proprie di una relazione
di amore, una relazione che, in questo caso parte da Dio e va verso ogni uomo
della terra; parte da Dio e arriva dritta dritta verso di te. Dato per certo
questo punto, ed è certo perché il Vangelo di oggi lo conferma “il Padre mio me le ha date”, le uniche
caratteristiche di questa relazione che dipendono da noi e che spesso
scricchiolano sono l’ascolto e il discepolato. È con questi due atteggiamenti,
che vanno di pari passo come le rotaie di un treno, che ognuno di noi da la sua
risposta quotidiana al Signore.
Lo ascolti quotidianamente? Dici sì
alla sua proposta di amore.
Non lo ascolti? La tua risposta è
negativa!
Ti sforzi per mettere in pratica
i suoi insegnamenti? Dici sì alla sua proposta di amore.
Non ti sforzi o prendi
superficialmente i suoi consigli? La tua risposta è negativa.
Quante volte lo abbiamo detto, è
faticoso tutto questo, nessuno lo nega, ma una cosa è certa: se entri in questa
relazione non la molli più e nessuno può far nulla per romperla perché dice Gesù:
“Io da loro la vita eterna e non andranno
perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano. Il Padre mio è più
grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre”.
Certo queste fatiche a volte
fanno cadere le braccia a terra, fanno perdere le speranze e le motivazioni;
per questo è necessario agire come i discepoli che “scossa contro di loro la polvere dei piedi” cambiarono territorio
di predicazione ed “erano pieni di gioia”.
Certo non sempre è facile cambiare casa, cambiare uditorio, ma ciò che è
fondamentale è perseverare nella fede e nella verità proclamate con la gioia e
per mezzo delle Spirito santo che agisce in ognuno di noi.
Il Signore Gesù ci chiama a fare
grandi cose per il suo popolo, dobbiamo lasciarci guidare dal suo Spirito,
dobbiamo avere il coraggio di andare contro tutto e contro tutti pur di non
abbandonare il ministero d’Amore che abbiamo sigillato rispondendo alla sua chiamata.
Oggi è la giornata mondiale di
preghiera per le vocazioni, papa Francesco nel suo messaggio ci invita a
sostenere la comunità perché è proprio in essa che nascono e maturano le
vocazioni. Ma per sostenere la comunità, luogo e oggetto della nostra fede,
dobbiamo anzitutto riconoscerci membri vivi di questa comunità.
Signore Gesù ti preghiamo perché
ogni giorno ognuno di noi possa godere nel sentirsi parte viva di un corpo
speciale che è questa Chiesa nella quale siamo nati e con la quale stiamo
crescendo. Aiutaci a sprecarci e consumarci per questo corpo di cui facciamo
parte.
Vergine Maria, Madre ed educatrice
di Gesù aiutaci a rispondere positivamente a quella chiamata che nella Chiesa
il Signore rivolge ad ognuno di noi, solo così possiamo spolverare e lucidare
questo apparente vecchio corpo che ha voglia di essere moderno e contemporaneo ma
senza il nostro aiuto non può farcela.
Amen.
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