Addormentati dal male risvegliati dall'Amore

5 giugno 2016
X^ domenica TO – C
1Re 17,17-24 ; Sal 29(30) ; Gal 1,11-19 ; Lc 7,11-17
In questa 10^ domenica del Tempo Ordinario, Pasqua della settimana, la Parola sembra guidarci attraverso un sentiero non semplice da comprendere ma apparentemente comodo da vivere: il sentiero della misericordia di Dio.
Nella seconda lettura san Paolo parla della grande grazia che lo ha salvato: la conversione. È infatti solo per mezzo dell'intervento di Dio che Saulo ha potuto convertirsi e divenire testimone con la propria vita di ciò che aveva precedentemente perseguitato. Possiamo dire che si tratta della risurrezione di Saulo, colui che viveva nel mondo ma non riusciva a godere del mondo perché morto nello Spirito, ora, risorto a vita nuova dal tocco di Gesù, vive pienamente la gioia della salvezza. Prima nell'illusione di essere libero si auto convinceva di avere in pugno la Verità di Dio e dell'uomo, ora, liberato dall'Amore di Gesù, ha conosciuto e sperimentato la gioia di camminare, seppur nella fatiche, alla ricerca della Verità tutta intera. 
I racconti di risurrezione, preferisco dire di vita restituita, della prima lettura e del vangelo vanno in questa stessa direzione. Quando ormai pare non esserci più nulla da fare, quanto tutto il mondo sembra crollarti addosso, quando ti chiedi “ma dov'è Dio?” ecco la sorpresa: “Dammi tuo figlio” “donna non piangere!”.
Non posso fare a meno di leggere tutto questo come una grande parabola di ciò che stiamo vivendo. In questa nostra società dove diamo tutto per scontato, dove ormai pare che abbiano trovato la soluzione a tutti i capricci dell'uomo, resta un problema: il male pare dilagare sempre più e di conseguenza l'uomo sta perdendo sempre più la speranza nel futuro e quindi la voglia di vivere e di far vivere.
Un quadro veramente nero quello che sto descrivendo. Sono cosciente che il mondo di oggi ha moltissimo bene che viene taciuto perché non produce economia, ma quante volte l'uomo di oggi, ognuno di noi, si chiede “Dio dove è?” “perché non fa qualcosa?”
Io mi chiedo invece noi cosa stiamo facendo! Ci accorgiamo che le viscere di Dio si contorcono vedendo e vivendo in prima persona il male che facciamo? Qualcuno potrebbe dire che di male non ne fa a nessuno. Ebbene fratelli l'indifferenza è il male più grande di questo mondo. Finché come Paolo non ci lasciamo buttare a terra da Cristo e finché come Elia non ci mettiamo in campo in prima persona a invocare l'aiuto di Dio, non possiamo lamentarci. 
I nostri ragazzi sono ripieni di tutto ciò che il mondo può darci, e nonostante questo continuano a lamentarsi che vorrebbero di più. In realtà questo di più che elemosinano è ciò che potrebbe davvero sanare la loro fame e la loro sete, questo di più è ciò che scalda il cuore, questo di più è l'amore di Dio vissuto sulla pelle, quell'amore che li possa far risorgere da quello stato catatonico in cui vivono perché il troppo stroppia. Questo di più lo esigono dal mondo adulto e giustamente non si accontentano di sperimentare l'ora di messa settimanale, questo di più lo si sperimenta solo nella certezza che l'Amore di Dio lo vivo ogni giorno nei gesti quotidiani che faccio, nelle Parole amorevoli che rivolgo e negli sguardi attenti di chi ha a cuore una situazione o una persona. Le giovani generazioni ci chiedono di vivere la nostra fede non semplicemente di rispondere a dei precetti. La misericordia di Dio scende dal cielo sì ma si incarna nei nostri gesti. I miracoli avvengono perché c'è qualcuno che si lascia travolgere dall'amore. Aiutati che il ciel ti aiuta. Proviamo a chiederci quanto desideriamo un mondo migliore per i nostri figli e insieme però domandiamoci anche quanto stiamo facendo perché il mondo migliori. Se noi abbiamo gettato la spugna come possiamo pretendere che i nostri figli possano lottare? Dobbiamo rimettere al centro della nostra vita il Cristo tutto intero, non soltanto le feste di precetto ma anche nella ferialità degli eventi quotidiani dobbiamo vivere e far sperimentare la Sua presenza misericordiosa e travolgente. Ma questo non è facile, abbiamo bisogno tutti di una scossa che ci svegli dal torpore di cui siamo vittime più o meno inconsapevoli e che ci fa chiudere gli occhi davanti alle fatiche dell'irrazionale.
Signore Gesù, le tue viscere si piegano dal dolore ogni volta che ti voltiamo le spalle, ogni volta che chiediamo il tuo aiuto ma in cuor nostro le cose vanno bene come stanno pur di non far fatica, ogni volta che rivolgiamo sui nostri figli le cause di un mondo marcio che invece hanno ereditato.
Signore Gesù travolgici come hai fatto con Paolo, facci sperimentare la grandezza della tua presenza misericordiosa e rendici così testimoni veritieri del cammino di perfezione che porta a te.
Signore Gesù possano i nostri cuori accorgersi del grande bisogno che hanno di Te così da poter accogliere quell'energia vitale che può aiutarci a ridare speranza al mondo.

Amen.

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