Credenti credibili

5 novembre 2017
XXXI domenica TO – A
Ml 1,14b-2,2b.8-10 ; Sal 130(131) ; 1Ts 2,7b-9.13 ; Mt 23,1-12
In questa 31 domenica del Tempo Ordinario, Pasqua della settimana, la Parola ci punzecchia parecchio.
Certamente ad una prima lettura ci viene spontaneo difenderci dicendo che non è per noi ma … per il mio parroco, per il mio vescovo, per tutti quelli che stanno comodamente seduti nelle curie di ogni diocesi. Ma l’evangelista è chiaro: “Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli”. Quello che ci sta narrando dunque è per tutti noi che ci diciamo cristiani cioè seguaci di Cristo.
E cosa ci dice?
Cerca di farci abbassare le creste. Cerca di farci comprendere che prima di essere tutto ciò che pensiamo di essere (bravi preti, bravi genitori, bravi manager, bravi educatori, bravi allenatori …) siamo bambini che devono crescere ai suoi insegnamenti (“come un bimbo svezzato in braccio a sua madre, come un bimbo svezzato è in me l’anima mia”), prima di dare tanti insegnamenti agli altri dobbiamo impegnarci ad applicarli nella nostra vita quotidiana (“Praticate ed osservate tutto ciò che dicono, ma non agite secondo lo loro opere, perché essi dicono e non fanno”).
Mamma mia che pugnalate nel nostro orgoglio oggi.
Dunque come riconoscere dei buoni seguaci di Gesù?
Come riuscire ad essere credenti credibili di Cristo?
“Chi di voi è il più grande, sarà vostro servo” In altre parole: colui che non metterà in mostra le sue capacità, colui che avrà l’umiltà di continuare a fare le cose più semplici e umili, colui che non chiederà medaglie o riconoscimenti per il bene che sta compiendo, colui che non si farà servire ma si metterà silenziosamente al servizio degli altri, … costui sarà un buon seguace di Cristo, dalle sue parole si potrà riconoscere la Parola di Dio.
Certo noi viviamo in una società nella quale nessuno fa nulla per nulla, anche le nostre donazioni in favore dei più poveri o delle opere di bene devono avere il loro tornaconto: deduzione dalle tasse, lapidi in memoria di …, targhette a eterna memoria … ma dove l’abbiamo lasciata la vera beneficenza? dove abbiamo lasciato il vero spirito di altruismo che Gesù Cristo ci ha insegnato con la sua stessa vita?
Sono convinto che tutti noi dobbiamo farci un vero esame di coscienza, dal primo all’ultimo dei battezzati in Cristo, dal primo all’ultimo di tutti noi che settimanalmente (se non quotidianamente) ci sediamo tra i banchi di una chiesa.
Ricordate cosa diceva il Battista: “Lui deve crescere, io diminuire” (Gv 3,30).
Gesù oggi ci sprona ad essere piccoli ed umili, lasciamoci trascinare in questa avventura, certi che può essere la soluzione anche dei nostri problemi di ansia e di frenesia. Accogliamo dunque l’invito del salmista a divenire come bimbi svezzati quieti e sereni per vivere al meglio la nostra vita, per cogliere seriamente tutti gli insegnamenti dell’unico Maestro, ed essere sempre più credenti credibili.

Amen

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