Ammaliati dalle illusioni del Nemico

28 gennaio 2018
IV domenica TO – B
Dt 18,15-20 ; Sal 94(95) ; 1Cor 7,32-35 ; Mc 1,21-28
In questa 4^ domenica del Tempo ordinario, Pasqua della settimana, la Parola ci apre gli occhi sui pericoli che possiamo incontrare nel quotidiano e su come poterli superare.
Se sfogliamo i giornali o ascoltiamo i fatti di cronaca che i media continuano a far risuonare sugli schermi che fissiamo tutto il giorno ci accorgiamo che l'uomo di oggi è un essere isolato dal resto del mondo. Ci auto-convinciamo di star bene con noi stessi (in casa nostra), di aver tanti amici (su Facebook), di conoscere le notizie vere (fa niente se il più delle volte sono bufale), di essere noi i paladini della giustizia (anche se con i nostri comportamenti intralciamo le indagini degli addetti ai lavori) … ma nel complesso siamo contenti, abbiamo raggiunto un buon compromesso tra il male che gli altri ci fanno e quello che noi possiamo fare a loro. Poi magari andiamo a messa tutte le domeniche e puntiamo il dito contro quelli che si professano atei o non credenti; anzi, se nostro figlio non vole più andare a messa lo costringiamo con i ricatti.
Ma non ci accorgiamo che in questo modo stiamo facendo esclusivamente il gioco di satana?
Ops una parola che non si doveva dire … ha il suono del medioevo e poi … in realtà … non esiste neppure … Ecco appunto il suo gioco. Trattare troppo alla leggera l'esistenza del diavolo, fare accordi con il male (che poi è sempre il diavolo), far diventare moralmente corretto qualsiasi abitudine ormai consolidata nella società … significa fare il suo gioco, significa non essere più padroni di noi stessi, significa diventare portatori di tenebre.
Erano stupiti del suo insegnamento … Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità”.
Sono queste le reazioni di coloro che ascoltano Gesù. Questa dovrebbe essere la nostra vita illuminata dal nuovo che il creatore ogni giorno aggiunge alla nostra esistenza, rasserenàti dalle parole di liberazione che Gesù suggerisce ogni giorno al nostro cuore, liberi di vivere alla luce del sole senza cercare nessun escamotage per rientrare nei canoni della legalità.
Ciò che il vangelo di oggi ci offre è uno stile nuovo di vivere, nuovo perché liberatore da tutto ciò che ci ha incupito e stretto in un angolo fino ad ora, ma uno stile vecchio perché risale al giorno in cui Dio ci pensò all'alba dei tempi.
Gli insegnamenti di Gesù non valgono solo per i momenti in cui siamo in chiesa o in presenza di religiosi (preti, suore o frati) ma sono validi per tutta la nostra esistenza. Una coerenza di vita è ciò che ci aiuta a rassodare le fondamenta del nostro essere per non rischiare di essere portati via dal vento appena qualcuno che la pensa diversamente da noi ci passa acanto. È solo in questo modo che l'esistenza del credente può divenire parola che esorcizza i segni della morte e che proclama gli inizi della vita.
Tutte le nostre parole urlate al vento all'interno di una vita che mostra esattamente il contrario di quanto stiamo dicendo sono parole svuotate che non servono a nulla se non ad allontanare ulteriormente i più deboli. L'efficacia della parola infatti sta nell'autenticità dell'operare; la verità della parola viene fatta mediante l'azione; l'azione è segno della verità, della parola.
La liturgia di oggi dunque ci spinge alla coerenza, ci spinge a cercare di contrastare le tentazioni del diavolo per testimoniare con le nostre scelte quotidiane la nostra adesione alla Verità di Dio.
Signore Gesù, sostieni le nostre fatiche; siamo fatti di carne e ossa, siamo vittime troppo semplici del Nemico ma sappiamo anche che con la tua presenza accanto a noi possiamo facilmente sconfiggerlo. Aiutaci Signore ad allontanare le tentazioni quotidiane, quelle più evidenti ma soprattutto quelle meno evidenti. Fa che non scadiamo in compromessi scialbi pur di salvare capra e cavoli ed aiutaci a rimanere fedeli al tuo Amore.

Amen

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