Tempio vivo di Dio è l'uomo
04
marzo 2018
III
domenica di quaresima – B
Es
20,1-17 ; Sal 18(19) ; 1Cor 1,22-25 ; Gv 2,13-25
In
questa terza domenica di quaresima, pasqua settimanale, la Parola ci
invita a rivedere la nostra fede e a ricostruire quel tempio di Dio
che siamo noi.
C'è
un forte legame quest'oggi nelle tre letture che la liturgia ci
offre. Nel Vangelo Gesù si mostra molto arrabbiato nel vedere cosa
stava succedendo nel Tempio. Ma le ultime sue parole ci aiutano a
fare un passaggio importante nella riflessione: “Distruggete
questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere” e
l'evangelista appunta: “parlava del tempio del suo corpo”.
Quante
volte ci siamo detti che noi siamo tabernacolo vivente di Dio, Tempio
della sua presenza nel mondo. Quel corpo che Cristo ha fatto
risorgere al terzo giorno (il giorno della Pasqua), è il corpo della
Chiesa di cui ognuno di noi fa parte. Allora può divenire più
semplice il passaggio ad una lettura più spirituale di questo testo,
soprattutto in questo periodo di preparazione alla solennità
pasquale.
Il
nostro corpo, che lo vogliamo o no, è infestato da ogni sorta di
bancarella. Chi ci guarda nella vita quotidiana non sempre riesce a
vedere l'immagine di Cristo che dovremmo far trasparire. Ebbene, la
sfuriata di Gesù è per ognuno di noi oggi.
Quali
sono i rischi che dobbiamo tenere a bada? Ce lo dice chiaramente San
Paolo nella seconda lettura. Anche tra di noi oggi c'è chi ragiona
come i giudei del primo secolo, ovvero riducono la fede e la
religione a mezzi per ottenere grazie e miracoli, per essere
preservati dalle sventure e dalle disgrazie. Molti cristiani non
venerano forse i santi più come autori di prodigi che come testimoni
di colui che ha dato la vita per i fratelli?
C'è
poi anche chi la pensa come i greci del primo secolo, ovvero come
coloro che pretendevano prove razionali della fede dimenticando che,
per chi giudica secondo i criteri degli uomini, la proposta di Cristo
rimarrà sempre una follia.
Come
riuscire a riconoscere e quindi ad evitare il più possibile queste
scivolate che fanno male a noi stessi e a chi ci guarda?
Il
Decalogo, ovvero le dieci Parole, sono da sempre un grande
insegnamento per l'uomo. Purtroppo siamo abituati a pensare al
Decalogo come ad una serie di comandamenti ma … di comando non ha
proprio nulla. Si tratta invece di una serie di consigli che aiutano
l'uomo a ritrovare la sua umanità per poter vivere in armonia con
gli altri uomini. Cosa spinge può spingere l'uomo a leggere,
meditare ed attuare queste dieci Parole, questi dieci consigli? La
scoperta della libertà. Non si tratta di ammonimenti imposti da un
dominatore oppressivo ma dei consigli di un padre che disprezza la
schiavitù e fa di tutto perché i suoi figli siano liberi: “Io
sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dalla terra
d'Egitto, dalla condizione servile”.
Possiamo tentare di fare una rilettura cristiana alla luce della
Pasqua di Gesù: “Io
sono il Signore, tuo Dio, che morendo
in croce per te ho vinto la
morte e ti ho donato la vita
eterna”. Quale meraviglia! Provate
a fare a casa questo esercizio semplice: rileggete le dieci Parole di
Dio con in mente la Pasqua di Cristo, magari contemplando un
crocefisso. Io sono convinto che non le vedremo più come parole
imposte ma come gesto d'amore, come l'insegnamento prezioso di un
Padre che ha a cuore la crescita umana e spirituale del proprio
figlio.
Quel
Tempio
di Dio che siamo noi, che è il nostro corpo e quindi la nostra
esistenza, abbiamo il compito di tenerlo il più libero possibile
dalle tante manifestazioni del male che tentano di stabilirsi in
esso. Chi entra nella nostra vita, anche solo di passaggio, deve
avere lo spazio necessario per dirigere il suo sguardo, e quindi il
suo passo, verso il cuore di questo Tempo,
il cuore di Gesù che vive nel tabernacolo del nostro cuore.
Signore
Gesù aiutaci a perseverare il più possibile lontano dal nemico, fa
che chi incontri me possa vederti, riconoscerti e scoprire l'Amore da
cui sempre è amato, e quindi seguirti anche sulla difficile via del
calvario, unica via di salvezza per l'umanità intera.
Amen.
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