La linfa vitale ... lo Spirito


29 aprile 2018
V domenica di Pasqua – B
At 9,26-31 ; Sal 21(22) ; 1Gv 3,18-24 ; Gv 15,1-8
In questa V domenica del tempo pasquale, la Parola ci invita a non perdere di vista la nostra linfa vitale, la nostra fonte di esistenza.
Gesù è la vite e noi siamo i tralci. Non c'è molto da rifletterci sopra. Se un tralcio vuole vivere e portare frutto deve lasciarsi invadere dalla linfa vitale che la vite gli offre; diversamente se un tralcio rifiuta questa linfa muore. Il frutto nasce sul tralcio non sulla vite anche se è dalla vite che il tralcio assorbe l'energia necessaria per farlo crescere. Uscendo dalla parabola possiamo comprendere la meraviglia incredibile di un Dio che ha in se tutta l'energia per poter portare meravigliosi frutti per conto suo ma … ha deciso di affidarsi agli uomini perché siano loro i protagonisti del prodigio della Vita.
Mettersi nelle mani degli uomini sembra essere la specialità di Dio ... con tutto quello che ne segue. Se gli uomini rifiutano il dono della vita/linfa Lui non può portare frutti e una vite che non porta frutti non ha futuro! È una responsabilità grande quella che ci è stata donata!
Quanto sei disposto a metterti in gioco?
Proviamo a fare una piccola verifica del nostro percorso di fede, del nostro essere cristiani.
Dal vangelo traspaiono due condizioni per essere innestati su questa vite così preziosa.
La prima condizione è rimanere in Lui. Se un tralcio si separa dalla vite, secca e va a finire nel fuoco. Quindi far parte di questa pianta è la condizione per vivere, per donare la vita. Accogliendo la vita possiamo donare vita.
Nella seconda lettura abbiamo sentito lo stesso Giovanni dire: “Chi osserva i suoi comandamenti rimane in Dio e Dio in lui. In questo conosciamo che egli rimane in noi: dallo Spirito che ci ha dato”. Questa è la linfa vitale che ci viene donata dal Padre: lo Spirito. Questo Spirito agisce in ogni uomo che si lascia plasmare da esso, questo Spirito ci porta a osservare le sue regole, ci porta a vivere della sua Vita, ci aiuta a compiere azioni che parlano del suo desiderio di averci tutti con Lui. Quali sono queste azioni? Sono tutti quei gesti che parlano il linguaggio dell'Amore, quei gesti che dicono senza paura la Verità di Dio. Il rischio per ogni uomo credente è quello di conoscere bene il catechismo ma di non applicarlo alla vita ordinaria, è quello di dare con le parole degli ottimi insegnamenti ma di non mostrarli con i gesti nella vita di tutti i giorni: “non amiamo a parole né con la lingua, ma con i fatti e nella verità”.
La seconda condizione che il vangelo pone al credente è quella di essere potati. La croce fa parte della vita del credente, non è possibile pensare di produrre ottimi frutti, se il tralcio non subisce potatura, si produrrebbe solo uva selvatica. Sempre più le confessioni sono diventate il luogo in cui non si accusano più i propri peccati ma ci si lamenta delle sofferenze. Lo sfogo certamente è un modo per raccogliere le proprie forze e affrontare con più convinzione le fatiche, ma tante volte ho l'impressione che si tratti di sfoghi che siano destinati a portare a gettare la spugna. Il seguace di Cristo non segue il suo Dio solo per fare delle scampagnate al lago o per godere dei frutti della risurrezione, il vero seguace di Cristo è colui che accoglie le fatiche – a volte si tratta di fatiche molto pesanti non ci sono dubbi – e le trasforma in offerta d'Amore per coloro che ha nel cuore, per coloro che non credono, per tutti i bisogni dell'umanità che Dio conosce. La storia di Paolo non è certamente esonerata da queste potature, anzi mi viene da dire che Paolo inizia la sua vita da credente proprio attraverso le potature. È certamente stato difficile testimoniare la sua conversione a coloro che temevano di essere perseguitati da lui: “tutti avevano paura di lui, non credevano che fosse un discepolo”. Ma Paolo non si è dato per vinto, ha continuato a perseverare e è diventato lui stesso frutto prezioso della vite di Cristo.
Signore Gesù, vera vite fonte di frutti gustosissimi, aumenta la nostra voglia di stare con te. Aiutaci ogni giorno ad accogliere la tua linfa vitale affinché, animati dallo Spirito, possiamo portare frutti gustosi. Aiutaci a resistere alle tentazioni di allontanarci da te per evitare le fatiche della crescita spirituale. Accogli ogni nostra sofferenza, dalla più leggere alle più pesanti, come potatura necessaria e preziosa ad un raccolto ricco e succoso. Il nostro essere innestati a te sia una gioia contagiosa e i nostri frutti possano portare gioia e festa ad ogni uomo che incontriamo sul cammino.
Amen

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