Vivere il silenzio per contemplare l'Amore


9 settembre 2018
XXIII domenica TO – B
Is 35,4-7a ; Sal 145 (146) ; Gc 2,1-5 ; Mc 7,31-37
In questa 23^ domenica del Tempo ordinario, Pasqua della settimana, la Parola ci invita a riflettere sul nostro rapporto con essa.
Procediamo con ordine.
Coraggio non temete!”. Sono le parole che ci arrivano direttamente dal profeta Isaia. È Dio che parla attraverso il suo profeta, è Dio che parla all’uomo di ieri e di oggi. Anche noi oggi abbiamo bisogno di sentirci un po’ confortati dalla presenza di Dio: “Ecco il vostro Dio, giunge la vendetta, la ricompensa divina. Egli viene a salvarvi”.
Ecco, Dio viene a salvare me, viene a salvare te, viene a salvare ogni singolo uomo ed ogni singola donna della storia dell’umanità. Ma come sentirlo? Dove vederlo? Come accoglierlo?
Ecco che ci viene incontro Marco con il suo vangelo.
A Gesù “portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano”. Siamo noi quel sordomuto, noi incapaci di ascoltare la sua Parola, noi incapaci di entrare in relazione con Lui; noi oggi siamo presi per mano da Gesù che ci porta “in disparte, lontano dalla folla”. Già perché per riuscire a dialogare dobbiamo essere lontani dal caos che ci rende sordi. In questo nostro mondo in cui le comunicazioni mediatiche sembra la facciano da padrone, abbiamo tutti bisogno di riscoprire il silenzio. Il silenzio come luogo in cui poterci disporre all’ascolto, il silenzio come luogo in cui entrare in relazione con l’altro e quindi con l’Altro che è Dio stesso. Un dialogo è fatto di parola e di silenzio; oggi siamo intasati da tante parole al punto tale che ciò che chiamiamo discorso in realtà non è altro che un monologo, sia con gli uomini che con Dio.
Gesù compie dei gesti, all’apparenza magici: “gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua”. Gesù non è un mago ma vuole mettere in evidenza che il dialogo è anche questione di gesti, il calore del corpo dell’altro rende vivo l’ascolto, il tatto smuove i sentimenti e scalda il cuore. Una relazione che si mantiene in piedi dietro ad uno schermo non è una relazione, può essere una condivisione di pensiero ma non può essere una relazione, non si può instaurare un dialogo completo in tutte le sue parti: parola, gesti, calore … Tutti i nostri sensi sono utili per comprendere pienamente la profondità di colui che, entrando in dialogo con noi, vuole offrirci una parte della propria esistenza.
Oggi la Parola ci invita dunque a riscoprire l’importanza del silenzio per dare voce al dono più grande di sé che una persona e Dio stesso può offrire all’altro: una relazione fatta di ascolto reciproco.
Signore Gesù fa di tutti noi uomini e donne dell’ascolto. Le nostre orecchie possano ascoltare la tua voce, i nostri occhi possano contemplare la tua bellezza, la nostra pelle possa percepire la tua presenza.
Spirito Santo ispira nei nostri cuori parole d’Amore e gesti di Carità perché coloro che incontrano noi possano incontrare te che sei l’Amore puro.
Padre buono che ci hai creati per stare con te, aiutaci a non temere le fatiche di questa vita nella certezza che tu sei già accanto a noi per salvarci e tenerci stretti a te nell’Amore.
Amen

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