Un Re d'Amore per tutti i popoli


25 novembre 2018
XXXIV domenica TO – B
Cristo, Re dell’universo
Dn 7,13-14 ; Sal 92(93) ; Ap 1,5-8 ; Gv 18,33b-37 
In quest’ultima domenica del Tempo Ordinario, Pasqua della settimana, la Chiesa festeggia solennemente Cristo, Re dell’universo.
Le letture, in particolare il Vangelo ci fanno riflettere sul potere. Cosa è il potere? A cosa serve il potere? Quali tipi di potere conosciamo? Penso che la storia ci dia grandi insegnamenti in merito. Ciò che la liturgia ci presenta però è un potere diverso da quello degli uomini, un potere divino.
Ma se noi pensiamo all’onnipotenza di Dio, e quindi al suo potere illimitato, potremmo andare incontro a delle sorprese. È vero che Dio potrebbe fare tutto ciò che vuole e come vuole, ma la questione è: cosa vuole Dio?
Proviamo dunque a vedere che tipo di potere ci viene presentato.
Se stiamo ai fatti narrati dal Vangelo ci troviamo difronte un uomo oppresso, potremmo oggi dire, in manette, processato e poi condannato per un crimine che forse oggi non comprendiamo fino in fondo. Quest’uomo, che non esita a dire di essere re ma attende che altri lo riconoscano tale (“il mio regno non è di questo mondo … Dunque tu sei re? … tu lo dici: io sono re”), quest’uomo ci mostra il suo potere nell’umiliazione, nella sottomissione.
Cosa vuole Dio? Perché agisce così?
Proviamo a giocare di fantasia: se Gesù fosse stato un grande condottiero, con un esercito in grado di annientare l’esercito romano una volta per tutte certamente lo avrebbero riconosciuto come messia, come liberatore … ma … in questo modo ci sarebbe stato un popolo sottomesso ad un altro, di fatto le parti si sarebbero invertite e non si sarebbe risolto il grande problema: la libertà per tutti i popoli. Dio dunque decide di fare qualcosa di nuovo: Lui, il detentore del potere illimitato, decide di offrire un esempio: nel racconto di Giovanni, poche ore prima di questo processo, Gesù, dopo aver lavato i piedi ai suoi discepoli disse: “Vi ho dato un esempio perché anche voi facciate come io ho fatto a voi”.
Insomma: quella verità che Gesù dice di dover portare come testimone è la libertà di tutti i popoli, è l’Amore reciproco, quella Carità che rende tutti uguali e quindi fratelli davanti a Dio.
Oggi dunque noi festeggiamo il nostro Re, mi chiedo se siamo davvero capaci di ereditarne le insegne regali: Gesù siede sul trono della croce, porta una corona di spine e tiene in mano gli scettri dei chiodi. Siamo capaci di accostarci a lui, non come sudditi schiacciati dal suo potere ma come fratelli che un giorno erediteranno il Regno del Padre?
Signore Gesù, anche oggi troppi uomini sono sottomessi al potere del denaro, della forza, della politica, il tuo esempio possa risollevare gli animi più soffrenti ma allo stesso tempo possa aprire gli occhi a coloro che pensano solo ed esclusivamente a gonfiarsi di onori e di ori.
Spirito Santo, suggerisci nel cuore di coloro che governano i popoli l’unico vero modo di fare politica: un occhio su coloro che soffrono ed il coraggio di testimoniare con la propria vita la verità dell’Amore.
Padre buono mostraci ogni giorno come è bello il tuo Regno, facci assaporare le gioie che un giorno potremo vivere in esso e alimenta in noi il desiderio di raggiungerlo.
Amen

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