Affamati della Parola?


10 marzo 2019
I domenica quaresima – C
Dt 26,4-10 ; Sal 90(91) ; Rm 10,8-13 ; Lc 4,1-13
In questa prima domenica di Quaresima la liturgia ci invita a porre l’attenzione su quanto la Parola di Dio sia centrale nella nostra vita.
Il Vangelo ci presenta Gesù tentato nel deserto dal diavolo e ad ogni tentazione risponde citando la Scrittura.
Nella prima lettura vediamo quanto è importante nella vita di fede la tradizione cioè il consegnare di generazione in generazione gli insegnamenti dei padri. Questo è l’inizio delle sacre scritture!
Nella seconda lettura l’apostolo sottolinea l’importanza di confermare con il cuore tutto ciò che la parola porta sulle labbra del credente. È la vita di fede che mette in pratica tutto quanto la scrittura ha insegnato e il cuore ha creduto.
Ma torniamo al vangelo.
Gesù, dice il testo, dopo quaranta giorni trascorsi nel deserto “ebbe fame”!
È allora che il diavolo inizia a tentarlo: sulle cose e quindi sul possesso, sulle relazioni con gli uomini e quindi sul potere, sulla relazione con Dio. Gesù, nonostante il lungo digiuno, non è indebolito anzi pare essersi rinforzato; è molto lucido nelle sue risposte; cita continuamente la parola di Dio e con questa il diavolo pare dover sempre aumentare la dose della sua astuzia: passa infatti dal proporre una sfida (siccome tu sei il Figlio di Dio, vediamo se sei capace di dire a questa pietra che diventi pane!); al voler sigillare un patto (facciamo che tu dai a me la tua adorazione e io di to tutto ciò che è creato!); fino ad insinuare il dubbio su quanto dice la Scrittura (la scrittura dice che gli angeli ti porteranno sulle loro mani affinché tu non possa farti del male, prova dunque a verificare tutto questo!).
Le tentazioni sono sempre più insidiose a mano a mano riusciamo a sconfiggerle! Più siamo forti e più queste si insinuano dentro di noi!
Il punto forza di Gesù è certamente la conoscenza della Scrittura. Proviamo a chiederci quale è il nostro rapporto con la Parola di Dio? Quanto ci lasciamo segnare da essa? Quanto tempo dedichiamo al suo ascolto? Al suo studio? Al suo insegnamento?
Anche ipotizzando che ogni giorno dedichiamo del tempo alla Scrittura e la studiamo con tutti i mezzi che la scienza ci propone, non basta. Anche il diavolo infatti la conosce bene, l’ultima tentazione infatti si basa proprio su questa conoscenza!
È necessario come Gesù soffermarsi sulla Parola in preghiera, nella contemplazione del mistero che la Parola pone nelle nostre orecchie e che i nostri cuori non riescono a comprendere. Il mistero è ciò che deve alimentare la nostra fame di Dio, il mistero è ciò che deve alimentare un languorino che ci spinge, giorno dopo giorno, a cercare quell’alimento che, non solo sfama la nostra golosità ma, proprio perché andrà ad agire al centro del nostro cuore, porterà godimento anche alle parti più intime di noi stessi.
Dunque due domande potrebbero sintetizzare questa nostra riflessione:
-       Di cosa ho fame? Cosa cerco di portare dentro di me per saziare la fame di verità che nasce nel mio intimo?
-       Quale è il rapporto con la Parola? Quanta fatica offro nell’ascolto, nello studio e nella contemplazione del mistero che la Parola mi offre gratuitamente?

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