Ora è il tempo prezioso della conversione!
24 marzo 2019
III domenica di quaresima – C
Es 3,1-8a.13-15 ; Sal 102(103) ; 1Cor
10,1-6.10-12 ; Lc 13,1-9
In questa 4 domenica di
quaresima, la Parola ci invita ad essere più attenti al tempo che ci è dato di
trascorrere su questa terra!
I fatti di cronaca riportati nel
vangelo sono fatti che potrebbero essere benissimo anche su un giornale di
oggi: strage in una chiesa del Niger; terremoto in centro Italia … Ma possiamo
anche entrare un po’ di più nella nostra ordinarietà. Di fronte alla morte di
qualcuno ci facciamo sempre due domande su ciò che sarà, se poi questa morte è
avvenuta in situazioni particolari o colpisce persone particolari la chiesa è
gremita di persone. Un fatto è anche che, nonostante una scristianizzazione
dilagante, sempre più accentuata, magari siamo già arrivati al punto di non
battezzare i figli appena nati o di non accostarci ai sacramenti dell’iniziazione
e magari la messa non sappiamo neppure più come si svolge ma … i funerali …
quelli tutti li richiedono, a quelli tutti si va. Se muore un giovane la chiesa
si riempie di tutti i suoi amici, la maggior parte dei quali arriva in chiesa
solo perché segue la massa, diversamente non conoscerebbe neppure la strada,
dopotutto hanno avuto degli ottimi insegnanti (non necessariamente della
famiglia) nel mondo degli adulti!
Perché dobbiamo attendere i momenti
di dolore per farci le domande importanti? Perché sprechiamo il nostro tempo,
prezioso in quanto limitato, a mormorare contro le istituzioni e contro il
mondo intero quando potremmo davvero fare verso noi stessi domande molto più
costruttive del tipo … cosa faccio io per migliorare il mondo in cui vivo?
Perché poi inevitabilmente ci
scontriamo con quel contadino così innamorato della sua pianta di fichi che,
nonostante il fico non abbia bisogno di cure, pur di non farlo tagliare inventa
storie e donerà la sua vita affinché possa avere il tempo per produrre frutti. Siamo
noi quel fico, è Gesù quel contadino, è Dio Padre quel tale padrone della vigna.
Quanti tentativi, per riportare l’uomo sulla via di casa, ha compiuto questo
Padre, tutti tentativi falliti! Ma quel suo Figlio, innamorato così tanto dei
suoi fratelli, ha convinto il Padre di rimandare l’inevitabile fino a donare la
Sua vita per ciascuno di noi… Quali frutti stiamo portando a questo raccolto?
Quali dolci succhi possiamo donare a questo padrone che viene a chiedere conto?
È questo il momento di farci tutti queste domande, non possiamo rimandare!
Mosè vede quel roveto che brucia
senza consumarsi e si incuriosisce, noi vediamo questa Chiesa che, nonostante
tutte le bruciature che noi uomini le causiamo, da 2000 anni continua ad ardere
d’Amore sostenuta solo dal cuore del Figlio Gesù. Ma non ci sconvolge tutto
questo? Non fa nascere in noi il desiderio di scoprire di più, di avvicinarci
per sbirciare cosa sta succedendo nel cuore di questo Dio?
La Parola dunque anche oggi ci
chiama alla conversione, ci chiede di non sprecare inutilmente il prezioso tempo
che ci è stato donato ma di metterci subito al lavoro per poter maturare dolci
frutti e abbondanti raccolti!
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