Un Amore sconvolgente!!!
31 marzo 2019
IV domenica di quaresima – C
Gs
5,9a.10-12 ; Sal 33(34) ; 2Cor 5,17-21 ; Lc 15,1-3.11-32
In questa 4 domenica di quaresima
ci troviamo a metà del cammino che ci sta portando verso la Pasqua. La parola
ci invita alla conversione, ci invita ad invertire la nostra rotta, proprio
come ha avuto il coraggio di fare il figlio minore della parabola che abbiamo
ascoltato e che tutti consociamo bene.
Ma cosa significa convertirsi?
Paolo ce lo ha spiegato in modo
inequivocabile: “lasciatevi riconciliare
con Dio”.
La riconciliazione con il Padre è
il segno della conversione!
Ma noi siamo riconciliati con
Dio, veniamo a messa tutte le settimane, facciamo le orazioni quotidiane, siamo
disponibili per le necessità della parrocchia …
Anche coloro a cui Gesù si stava
rivolgendo avrebbero potuto rispondere come noi! Quei farisei e quegli scribi
erano obbedienti alla Legge certamente più di ognuno di noi, avevano investito
la loro vita nell’onerosa opera di tramandare la Legge perché nessuno potesse
alleggerirla traviandone il significato … eppure proprio a loro Gesù raccomanda
la conversione al Padre …
Quale è il problema? In cosa
dobbiamo ancora crescere?
C’è un peccato in comune tra il maggiore
e il minore di questo Padre, è il peccato che attraversa tutta l’umanità e
tutta la storia, è anche il nostro peccato: la difficoltà di riconoscere Dio
come Padre e di accettare la sua misericordia nei confronti dei fratelli che lo
hanno rinnegato.
Ci fa comodo abitare nella casa
di Dio, abbiamo il pane assicurato, abbiamo un tetto sulla testa … ma come
viviamo in questa casa? Da servi o da figli? Quando un nostro fratello ritorna
a casa dopo averne combinate di tutti i colori come lo accogliamo? Siamo gelosi
perché Dio, il Padre ha usato misericordia nei suoi confronti o abbiamo il
coraggio di gioire per il suo ritorno?
Non è molto lontano da ciò che
viviamo quotidianamente … proviamo a pensare a quanti muri costruiamo (qualcuno
anche fisici) nei confronti di chi in passato ci ha fatto dei torti … pensiamo
a tutti quei muri che costruiamo nei confronti di chi non ci guarda di buon
occhio e magari avanza delle falsità sul nostro conto … guardate che non sono
situazioni molto distanti da ciò che Gesù racconta nel vangelo … quel figlio
minore ha desiderato l’annullamento del Padre, ha voluto la sua eredità e la
sua autonomia prima che il padre morisse, e poi, mosso dalla fame, è rinsavito
e ha tentato di rientrare in casa del padre ma non più come figlio bensì come
schiavo …
Ma si può scegliere se essere
figli e di chi essere figli? No! E il Padre lo sa benissimo!
Per quanto un figlio rinneghi il
padre resta sempre figlio. E un padre misericordioso come il nostro questo lo
sa bene e pur non potendo fare molto … fa quello che può, nella sofferenza di
un figlio ribelle continua ad amarlo e a desiderare che ogni suo figlio possa
partecipare al banchetto festoso. Un banchetto che inizia nel momento in cui
noi accogliamo di essere liberati dalle schiavitù delle prostituzioni di questo
mondo, schiavitù che, dopo averci illusi della goduria eterna si rivelano eterna
carestia.
La conversione alla quale oggi
siamo invitati è riconoscerci figli del Padre che mette tutto ciò che è suo nelle
nostre mani perché noi possiamo godere di ogni suo bene. Solo allora potremo
anche riconoscere gli altri figli di questo padre come nostri fratelli e quindi
godere del banchetto delle nozze eterne imbandito per ogni singolo fratello
ritornato a casa, qualsiasi sia stato il luogo in cui lo abbia portato il
desiderio di evasione e di indipendenza.
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