l'Amore salva il peccatore e condanna il peccato!


7 aprile 2019
V domenica di quaresima – C
Is 43,16-21 ; Sal 125(126) ; Fil 3,8-14 ; Gv 8,1-11
In questa V domenica di quaresima, la Parola ci invita di nuovo a porre noi stessi al centro delle nostre riflessioni.
Non si tratta di un invito egoistico ma, come vedremo, è il primo passo per aprirsi in maniera sempre più libera nei confronti degli altri.
Come gli scribi e i farisei del vangelo anche noi siamo facili a puntare il dito sugli altri, e magari anche a ragione, il peccato o il male che imputiamo loro è vero e provato, proprio come nel caso dell’adultera! Ma la domanda è: chi sono io per poter condannare un mio simile? Chi mi ha dato tutto questo potere?
Gesù oggi ci aiuta ad aprire gli occhi e a mettere noi stessi al centro di quel capannello di folla all’interno del tempio. L’esperimento è quello di provare a guardarmi con gli occhi di chi mi guarda da fuori e vede tutto quanto faccio, il bene come il male. Come posso giudicare gli altri se io stesso mi scopro vittima dello stesso peccato?
Ecco allora che anche noi, assieme a tutti gli altri, torniamo a casa nostra con la coda tra le gambe!
Dunque cosa dobbiamo fare? Quale atteggiamento ci suggerisce Gesù? Quello di lasciar correre? Quello di far finta di nulla e di convivere con il peccato?
No, Gesù non ci invita a convivere con il peccato bensì a combattere il peccato per far risorgere il peccatore. Ovvero, eliminare il peccato dall’accusato per scoprire al di sotto delle apparenze maligne il volto di un uomo e di una donna proprio come il mio, debole, impaurito e desideroso di salvarsi. È questo sguardo che Gesù pone su quella donna. Lui è in grado di vedere nelle profondità del nostro intimo e verificare la vera natura di ciascuno di noi: nessuno è malvagio, ma tutti compiamo gesti malvagi. Gesù condanna i gesti e salva l’uomo che li compie.
Gesù con la sua misericordia fa di quella donna una creatura nuova, una creatura illuminata dalla luce pasquale, una creatura che, dopo aver sperimentato l’Amore di Dio, non può fare a meno che generare amore per i fratelli e le sorelle.
Ognuno di noi può essere quella creatura rinnovata dall’amore del Padre, ognuno di noi può fare l’esperienza di risorgere dagli abissi per godere della luce eterna che emana il cuore radioso di Dio.
Certo il primo passo da fare non è semplice. Dobbiamo riconoscerci bisognosi di camminare verso la santità.
Non ho certo raggiunto al mèta, non sono arrivato alla perfezione; ma mi sforzo di correre per conquistarla, perché anch’io sono stato conquistato da Cristo Gesù”.
Sono le parole di Paolo, potrebbero diventare le mie parole, le parole di ognuno di noi. In questi pochi giorni che ancora ci separano dalla Pasqua rientriamo un po’ in noi stessi, cerchiamo di prepararci sin da ora all’incontro misericordioso della confessione pasquale. Nessuno di noi ha già raggiunto la mèta del suo percorso ma tutti noi dobbiamo prendere coscienza di questo, chi più chi meno. Il Signore faccia sorgere nei nostri cuori il desiderio di rinnovarci a sua immagine affinché il peccato non ci sprofondi nelle tenebre ma la Luce del Risorto possa aiutarci ad incontrare il suo sguardo per poterlo rivolgere a nostra volta su tutti i fratelli che incontriamo lungo il cammino della vita.

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