Il buon Pastore

12 maggio 2019 
IV domenica di Pasqua – C 

At 13,14.43-52 ; Sal 99(100) ; Ap 7,9.14b-17 ; Gv 10,27-30
Con questa 4 domenica di Pasqua siamo arrivati all’apice, al giro di boa, a metà strada, ditelo come volete, di questo tempo pasquale che è iniziato il giorno di Pasqua e terminerà tra quattro settimane il giorno di Pentecoste. Proprio in questo punto, a metà di questa strada che ci mostra i doni del risorto, la liturgia ci propone la cosiddetta domenica del buon pastore. Forse perché saper riconoscere in Gesù il buon pastore è un dono che viene dal cielo, come i doni dello Spirito santo, come l’Eucarestia, come la Pace che ci dona il Risorto … 
Riconoscere Gesù come il buon Pastore significa anzitutto riconoscere una relazione con lui: “Le mie pecore ascoltano la mia voce ed esse mi seguono”. Io non ho molto la percezione che noi, popolo credente di questo nostro secolo ci riconosciamo molto in questa immagine. Spesso ho più la percezione che ci fa più comodo pensarci come dei battitori liberi che se hanno bisogno fanno riferimento a Colui che può donarci ciò che soddisfa il nostro bisogno ma se possiamo cavarcela da soli preferiamo. Io non so se questa può definirsi una relazione così come il vangelo di oggi ci descrive. 
Più che un buon pastore il Dio che abbiamo in testa è un distributore automatico, una lampada di Aladino, un chiosco al quale compriamo il panino d’emergenza … 
Per riconoscere la sua voce in mezzo alle tante voci che l mondo oggi ci consegna è necessario saperla distinguere e l’unico modo è … frequentare assiduamente questo pastore! 
Se pensiamo poi alla figura del pastore penso si possa dire che c’è una relazione di dipendenza reciproca tra lui e il suo gregge. Le pecore al pastore danno la lana, il latte e ad un certo punto la carne; il pastore alle pecore garantisce protezione dai pericoli e un buon pascolo. 
Leggendo questo piccolo brano di vangelo devo confessarvi che la sensazione che si è creata dentro di me è quella di essere coccolato, amato, protetto! Questo pastore che è disposto a dare la vita per le sue pecore, che non ne lascerà perdere neppure una, che non se le farà strappare dalla mano da nessuno … è un pastore che infonde sicurezza, che fa venire voglia di far parte del suo gregge! 
Questo Dio, buon pastore è certamente più appetibile rispetto al dio Aladino o distributore automatico di cui abbiamo parlato all’inizio! 
Di fronte ad un Dio così allora possiamo capire anche perché qualcuno, di cui abbiamo sentito parlare nella prima e nella seconda lettura, sia disposto a versare sangue per lui e allo stesso tempo essere ripieni di gioia. 
Signore Gesù è sempre molto difficile per noi ascoltare la tua voce in mezzo al fragore di questa nostra società; eppure quando ti incontriamo non possiamo che restare ammirati e ammaliati dalla tua presenza, dal tuo carisma, dal tuo Amore incontenibile. 
Accresci in me il desiderio di conoscerti sempre più, alimenta in me la capacità di accorgermi della tua presenza e la curiosità per avvicinarmi a te. Fa che ogni giorno possa sentire la tenerezza della tua voce riconoscerla e seguirla per quei pascoli che possono saziare la mia fame e la mia sete in eterno. 
Amen 


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