L'Amore che illumina le tenebre
19 maggio 2019
V domenica di Pasqua – C
At 14,21b-27 ; Sal 144(145) ; Ap 21,1-5a ; Gv
13,31-33a.34-35
In questa 5^ Domenica del tempo Pasquale,
la Parola ci riporta al momento della passione di Gesù ed in particolare al
momento in cui nell’ultima cena Giuda si muove per tradire Gesù. “Ed era notte!” (Gv 13,30b) appunta
l’evangelista proprio appena prima l’inizio del vangelo oggi proclamato, appena
Giuda fu uscito dal Cenacolo.
Era notte nel cuore di Giuda ma
era notte anche nel cuore di tutti gli altri discepoli che non capivano nulla
di quanto Gesù stava facendo e dicendo. Ma è notte anche nel nostro cuore a
duemila anni di distanza. Quel nuovo comandamento che Gesù consegna ai suoi, e
quindi anche a noi, vuole essere l’illuminazione di questa notte. È la Speranza
che le tenebre verranno sconfitte e che la luce tornerà a risplendere sul
mondo. Quel comandamento è il cuore della Pasqua.
“Che vi amiate gli uni gli altri. COME io ho amato voi, così amatevi gli
uni gli altri”.
Non ci sono altri modi per
testimoniare di essere suoi seguaci!
Questo amore Gesù lo manifesta
ora proprio nella profondità delle tenebre create dal tradimento e dalla fuga.
Questo amore Gesù lo manifesta proprio grazie a queste tenebre che sembrano
chiudere nel peggior dei modi una storia che sembrava voler cambiare il mondo.
Questo amore Gesù lo manifesta proprio in queste tenebre perché è proprio
questo amore che cambierà il mondo.
È facile per l’uomo perdere la
speranza. Ci guardiamo allo specchio, verifichiamo che giorno dopo giorno
continuiamo a ricadere nelle stesse mancanze, negli stessi peccati,
verifichiamo che il nostro carattere ci porta verso relazioni distorte,
falsificate, litigiose … è la crisi della riconciliazione! Eppure, proprio in
queste tenebre che conosciamo bene, la Pasqua agisce. È proprio in queste
tenebre che siamo chiamati a risollevarci e a riconoscere che la luce del Risorto
brilla per ognuno di noi.
Abbiamo sentito nella prima
lettura: “Paolo e Barnaba ritornarono a
Listra, Iconio e Antiochia, confermando i discepoli ed esortandoli a restare
saldi nella fede «perché – dicevano –
dobbiamo entrare nel regno di Dio attraverso le tribolazioni»”.
È la forza che scaturisce dalla luce Pasquale che dona ai discepoli il coraggio
di fare queste affermazioni. È grazie alle tribolazioni che sperimentiamo la
vicinanza di Dio; è grazie alle nostre cadute, ai nostri peccati, che
sperimentiamo la misericordia del Padre.
Ti rendo lode Padre, Signore del
cielo e della terra, perché nelle mie debolezze manifesti la tua potenza. Ogni
volta che cado a terra posso sperimentare la tua forza che mi fa rialzare ed
ogni volta che perdo l’orientamento la tua Luce è pronta le guidarmi.
Ti rendo lo de Padre, Signore del
cielo e della terra, perché nonostante continui ad allontanarmi da te, tu non
mi abbandoni alle tenebre del mondo ma sempre mi mostri la luce che conduce
alla Vita.
Amen.
Commenti
Posta un commento