In cammino verso ... ?
8 settembre 2019
XXIII domenica TO – C
Sap 9,13-18 ; Sal 89(90) ; Fm
9b-10.12-17 ; Lc 14,25-33
In questa 23^ domenica del tempo ordinario, Pasqua della settimana, la
Parola ci stimola a ripensarci come uomini e come credenti.
Le domande che la prima lettura pone sono per gli uomini di ogni tempo
e di ogni luogo: “Quale uomo può conoscere il volere di Dio? Chi può
immaginare che cosa vuole il Signore? …”.
Il Vangelo pare porre le stesse domande ma partendo da un altro punto
di vista. C’è una specie di ritornello negativo che si può individuare nella
prima parte del Vangelo: “… non può essere mio discepolo…”.
Chi dunque può essere discepolo di Gesù? Colui che lo ama più di quanto
ami suo padre sua madre … e perfino la propria vita … e colui che porta la
propria croce quotidiana!
Che pretese!
Fermiamoci a rifletterci un poco sopra.
Anzitutto nessuno è obbligato a seguire Gesù, anzi pare proprio che
Gesù faccia questo discorso perché in troppi lo stavano seguendo… dunque anche
noi dobbiamo fare una scelta!
Inoltre, Gesù non dice che chi non lo segue è una pessima persona anzi
… la storia insegna che possiamo benissimo essere delle buone persone che non
fanno del male a nessuno e che cercano di non compiere delle ingiustizie anche
senza seguire Gesù. La questione si pone a questo punto: ci accontentiamo di
essere delle persone “buone” oppure desideriamo fare un salto di qualità e
puntare alla santità? Come vivo la mia vita da cristiano credente? Accontentandomi
di essere uno tra i tanti o desiderando, giorno dopo giorno, di distinguermi
nelle olimpiadi del Regno specializzandomi nell'unica disciplina della santità?
Guardando il mondo penso che noi cristiani ci siamo un po’ seduti su
noi stessi e ci stiamo accontentando di non fare del male a nessuno: ucciso non
ho ucciso, rubato non ho rubato … ma cosa ci distingue da tutti gli altri
uomini? Come poter essere veri discepoli di Gesù?
Mettere al primo posto Gesù e Lui solo significa mettere al primo
posto l’Amore e … perdonatemi, ma se metto l’Amore sopra tutte le relazioni d’amore
che posso avere su questa terra (padre, madre, moglie, figli, la ma vita…) non
posso che imparare ad amare tutti questi partendo però dalla fonte dell’Amore e
non da qualcosa che ipotizzo essere un sentimento d’amore nei loro confronti!
Mettere al primo posto Gesù nelle relazioni di Amore significa imparare
ad essere LIBERI, in fondo non è ciò che cercano tutti gli uomini? Essere
liberi significa costruire e combattere ogni giorno, ecco l’immagine della
guerra e della torre utilizzate da Gesù; costruire sé stessi, la propria
identità, la propria vita e combattere ogni giorno contro tutti quegli
avversari che non ti vogliono fare crescere e che alimentano nel tuo cuore illusioni
di grandezza e di potere che alla fine ti annientano, ed il peggiore di questi
nemici è il proprio “io”!
Questa libertà, che l’uomo acquisisce scegliendo giorno dopo giorno di
mettersi alla sequela dell’unico maestro che è Gesù, ci permette di arrivare
addirittura fin là dove Paolo è arrivato: converte lo schiavo di Filemone,
Onesimo, che era scappato dal padrone e glielo rimanda, non eliminando la
schiavitù bensì relativizzandola attraverso il criterio della Carità; è solo
così che può chiedere a Filemone di riaccogliere il proprio schiavo fuggiasco chiamandolo
“fratello nel Signore”.
Signore Gesù aiutaci a scegliere ogni giorno la nostra adesione a te,
alla tua sequela, al tuo Amore. Alimenta in noi il desiderio di distinguerci
dal mondo non accontentandoci di essere “buone persone” ma persone in cammino
verso la santità.
Amen
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