Giusti davanti a Dio ...
27 ottobre 2019
XXX domenica TO – C
Sir 35,15b-17.20-22a ; Sal 33(34) ;
2Tm 4,6-8.16-18 ; Lc 18,9-14
In questa 30^ domenica del Tempo Ordinario, Pasqua della settimana, la
Parola ci mette difronte ad una realtà che con troppa facilità vediamo sugli
altri ma a volte o spesso colpisce anche noi: “l’intima presunzione di
essere giusti” con la conseguenza che ci diviene troppo facile puntare il
dito sugli altri …
La figura del fariseo non è completamente da disprezzare, è davvero
una brava persona fin troppo puntigliosa nel rispettare la Legge, eppure “una
cosa ancora ti manca” (Lc 18,22) come dirà Gesù al notabile ricco … Non
basta osservare scrupolosamente i comandamenti e le tradizioni né stare in modo
ordinato quando siamo davanti all’altare o precipitosi ad ogni suono delle
campane … Gesù oggi ci dice che ciò che da forza e spessore a tutti questi
gesti è uno sguardo giusto sull’altro.
Quale è lo sguardo giusto sull’altro? Lo sguardo di Gesù, lo sguardo
di colui che guarda il traditore, il rinnegatore e coloro che lo abbandoneranno
dal basso verso l’alto mentre lava loro i piedi. È lo sguardo di Dio che raggiunge
il punto più alto della sua esistenza umana nel momento in cui viene
abbandonato da tutti, spogliato dalle sue vesti e trattato come il peggiore dei
delinquenti.
È lo stesso sguardo che Paolo ci mostra nella seconda lettura quando riesce
a dire senza paura: “Nella mia prima difesa in tribunale nessuno mi ha
assistito; tutti mi hanno abbandonato. Noi loro confronti, non se ne tenga
conto”. È un linguaggio che va certamente oltre le forze umane … provate a
essere nei suoi panni: nel momento di maggior bisogno tutti i tuoi amici ti
abbandonano e tu … cosa fai? Paolo li difende!
Questo atteggiamento di umiltà è un atteggiamento che va esattamente
nella direzione opposta al sentire comune. Oggi tutti facciamo il possibile per
essere visti, per esaltarsi davanti agli uomini, per primeggiare nelle piazze,
nelle aule politiche e universitarie … Gesù ci dice: “chiunque si esalta
sarà umiliato, chi si umilia invece sarà esaltato”.
È proprio nella forza di questo atteggiamento che la preghiera del povero
e dell’oppresso vengono ascoltate, è proprio nella forza di questo
atteggiamento sempre più simile all’atteggiamento di Gesù povero ed umile che la
preghiera del povero acquista la forza necessaria per attraversare le nubi e
per non quietarsi finché non sia arrivata a destinazione!
Dunque interroghiamoci oggi sulla nostra preghiera: quali sono le sue
fondamenta? Appoggia sull’orgoglio di coloro che hanno la presunzione di essere
nel giusto mettendo gli altri in cattiva luce, come il fariseo o appoggia sulla
certezza di avere bisogno della misericordia dell’Onnipotente perché noi per
primi dobbiamo crescere nell’Amore e nella pazienza di Dio?
Facciamo allora nostra la preghiera del pubblicano, ripetiamola spesso
nelle nostre giornate, mentre siamo occupati nelle faccende della casa e del
lavoro, mentre facciamola nostra passeggiata, mentre siamo alla guida della
nostra auto, mentre facciamo la spesa o mentre … facciamo qualsiasi altra cosa.
È una preghiera così semplice che non necessita una grande concentrazione della
mente ma ripetuta come un “mantra” (passatemi questo termine anche se non
appartiene alla nostra tradizione) può ammorbidire i nostri cuori e spalancare
i nostri orizzonti.
“O Dio, abbi pietà di me peccatore”.
Iniziamo già da questo momento, ripetiamo nel nostro cuore muovendo
anche la bocca senza fare uscire suoni … “O Dio, abbi pietà di me peccatore”.
Amen
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