Tenebre VS Luce


8 marzo 2020

II Domenica di quaresima – A
Gen 12,1-4a ; Sal 32(33) ; 2Tm 1,8b-10 ; Mt 17,1-9



Luce e tenebre; sembrano essere questi i due opposti che la Parola di questa 2^ domenica di quaresima ci propone per la riflessione.
Le tenebre del cammino dell’uomo e la luce di Dio che lo vuole illuminare.
Le tenebre in cui Abramo parte per il suo viaggio verso una destinazione ignota e la speranza, che è la certezza della fede, che Dio resterà fedele alle sue promesse.
Le tenebre del cammino di fede degli apostoli illuminato dalla presenza della Grazia donata dal Cristo Risorto.
Le tenebre di Pietro, Giacomo e Giovanni che non stanno certo vivendo il momento più gioioso del loro cammino con Gesù: l’annuncio della passione e morte del maestro appena ricevuto, la delusione per il ridursi dei seguaci … ma tutto questo viene illuminato dalla luce del Trasfigurato, anticipazione del Risorto.
Le tenebre in cui viviamo noi credenti di questa nostra era, ma di ogni era storica. Sono le tenebre in cui brancola l’uomo ammaliato dall’egoismo. Sono le tenebre dell’incertezza che assume forme ingigantite nei momenti in cui, come quello che stiamo vivendo ora noi, sperimentiamo la nostra finitezza. Un qualcosa di non percettibile ai sensi ci attacca e noi scopriamo che non siamo eterni! Cosa può illuminare queste tenebre?
Una delle definizioni che possiamo dare agli uomini dopo il battesimo è quella di Illuminati.
Resi splendenti dalla Pasqua di Cristo e resi sapienti dalla Sapienza del Padre.
Ma tutta quella luce pasquale che dovrebbe risplendere in noi e su di noi dov’è?
La bella immagine di Abramo è quella del viandante, di colui che cammina con Dio verso la meta promessa. Nel battesimo non abbiamo abbracciato uno “stato di perfezione” piuttosto abbiamo scelto di essere seguaci di Cristo, non quindi uno “stare” ma un “andare” con lui verso la meta.
Anche noi oggi come i discepoli al tempo di Gesù facciamo fatica a scegliere di camminare sul sentiero della sofferenza, sul sentiero che attraversa la morte passando dalla passione per arrivare alla Risurrezione; preferiremmo scoprire un bypass al calvario, una autostrada o anche un sentierino che, passando ben lontano da tutto ciò che è sofferenza, ci possa portare dritti dritti alla Risurrezione.
Meditare oggi sulla Trasfigurazione ci aiuta ad essere reali. Non è possibile una via preferenziale ma certamente è possibile non perdere la strada seguendo la luce più o meno intensa che ci raggiunge direttamente dalla meta.
Questa luce è la fede che condusse Abramo a lasciarsi guidare giorno dopo giorno per il deserto, è la Grazia che gli apostoli hanno sperimentato per superare le fatiche della testimonianza, è la Parola che guida ogni nostro cammino.
Quella piccola parolina del Padre che risuona nelle nostre orecchie oggi più che mai sembra essere la guida per questo nostro cammino quaresimale: “Ascoltatelo!
Non possiamo fare altro se non, giorno dopo giorno lasciarci guidare dalla Parola di Dio che ci raggiunge. Non possiamo cibarci dell’eucarestia, non possiamo pregare insieme ai fratelli … mi sembra di sentire le lamentele di Israele in esilio, non hanno più la terra, non hanno più il tempio … dove pregare? Dove offrire sacrifici a Dio? Oggi siamo noi in esilio ma la Parola nessuno la può fermare, la Parola grida per le strade più o meno desertiche dei nostri paesi e, grazie anche ai moderni canali di comunicazione, entra in ogni casa e può farsi vicina ad ogni orecchia che, più o meno desiderosa, può farla entrare nel cuore di ogni uomo e di ogni donna.
La luce che questa domenica ci viene consegnata può sembrare debole ma è la luce della salvezza.
Maria possa aiutarci a restare forti nella fede e vigilanti nel cammino. Lo Spirito suggerisca agli uomini e alle donne la via giusta per superare questo momento di prova.
Amen.

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