Io sono la porta ...

3 maggio 2020

IV domenica di Pasqua – A

At 2,14a.36-41 ; Sal 22(23) ; 1Pt 2,20b-25 ; Gv 10,1-10


In questa 4 domenica dopo Pasqua, ho atteso fino all’ultimo per scrivere le mie riflessioni. Complice la quarantena che mi ha “permesso” di non essere di turno nella predicazione della messa, ho potuto tornare tutto il giorno sull’immagine del Vangelo.

Sono tanti gli spunti di riflessione che si potrebbero trovare, sicuramente ognuno di voi si è fermato su qualcosa in particolare.

Io sono rimasto colpito da questa affermazione di Gesù: “… io sono la porta delle pecore …”

Una affermazione che mi ha portato gli occhi a soffermarsi sul Crocefisso e a chiedermi che razza di porta sia quella.

Contemplo il crocefisso e vedo la Pasqua, il passaggio verso … verso un mondo altro, un mondo che non riusciamo neppure ad immaginare e quindi un mondo a cui facciamo fatica a credere! Quel crocefisso è la porta di quel Regno. Non “una” porta bensì “la” porta, l’unica vera porta che conduce al Regno eterno.

Da una porta si entra e si esce, una porta è anche un segno di sicurezza, una porta segna un limite, una porta conduce verso un qualcosa di diverso da dove sei.

Da una porta si entra e si esce: il Regno di Dio non è una prigione; il Regno di Dio ti lascia la libertà di aderirvi, di tornare sui tuoi passi, di sbirciarci solo un poco dentro … il Regno dei cieli ti lascia libero!

Una porta è un segno di sicurezza: chi si chiude in casa è per trovare rifugio da qualche pericolo; nel Regno dei cieli possiamo trovare tutta la sicurezza e la protezione di cui abbiamo bisogno.

Una porta segna un limite: varcando una porta io so che sto entrando nella casa di qualcun altro che può accogliermi o lasciarmi fuori; nel Regno dei cieli saremo accolti dal Padre che ci sta attendendo fiducioso nel nostro ritorno.

Una porta introduce in un ambiente, in un luogo che è diverso da quello in cui ti trovi: il Regno dei cieli non è certamente come la terra, Gesù ogni volta che parla del suo Regno usa similitudini ma non riesce a descrivere il Regno con le nostre parole, con le nostre conoscenze; sarà una grande sorpresa.

Questa porta è il crocefisso!

La sofferenza apre un mondo diverso dall’ordinario e non si può superare la limitatezza che ci tiene ancorati su questa terra senza passare dalla sofferenza, senza passare la porta della morte!

Stiamo vivendo un periodo di sofferenza ed abbiamo imparato, nel nostro piccolo a guardare il mondo con occhi diversi, fosse solo perché meno oberati dalle cose da fare; i nostri occhi si sono aperti ed abbiamo potuto meravigliarci nel vedere la primavera avanzare; i nostri occhi si sono spalancati e abbiamo potuto vedere le necessità dei fratelli che vivono accanto a noi; i nostri occhi si sono aperti ed abbiamo iniziato a sperimentare un modo nuovo di entrare in comunicazione con Dio.

Oggi celebriamo la giornata mondiale delle vocazioni. Ogni vocazione è la porta che ci conduce nel Regno; è la via che dovremmo percorrere per realizzare ciò che veramente siamo per ciò che Dio ci ha pensati sin dall’eternità. Non si tratta di diventare tutti preti o suore ma si tratta di lasciar sbocciare la nostra più intima somiglianza con il creatore per colorare il mondo di primavera. Penso a voi giovani e penso a voi adolescenti, non posso vedere in ognuno di voi delle potenzialità meravigliose. In ognuno di voi si può scorgere lo sguardo amoroso del creatore. Possiate essere le sue braccia, le sue gambe, le sue labbra, il suo cuore. Ogni parte di voi possa dire al mondo l’Amore di colui che ci ha pensati e che ci ama dall’eternità. Non abbiate paura ad affrontare la via della vita; non lasciatevi illudere da chi vi promette solo tanto divertimento; la via della vita, quella vera, quella che realizza ciò che siamo è necessariamente una via che passa dalle gioie ma anche dai dolori; arriva alla risurrezione ma non senza essere passata dalla passione; porta alla gloria del cielo ma non senza essere passati dalla porta della croce. Con le vostre potenzialità cari giovani potete ribaltare questo mondo come un calzino, non abbiate paura, cercate amici che si fidino di voi e che possano consigliarvi nel modo più corretto; esistono adulti che possono aiutarvi in questo cammino, li trovate in casa, tra gli allenatori, tra gli insegnanti, tra i sacerdoti o tra le religiose, abbiate il coraggio di bussare alla loro porta e chiedere consiglio.

Il mondo è nelle vostre mani, amatelo e consegnatelo ai vostri figli migliore di quello che noi, purtroppo vi abbiamo consegnato.

Amen


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