rewind ... l'Amore prima di tutto!
24 maggio 2020
Ascensione del
Signore
At 1,1-11 ; Sal 46(47) ; Ef 1,17-23 ;
Mt 28,16-20
Il tempo pasquale volge ormai verso il tramonto, con questa
settimana vediamo all’orizzonte la Pentecoste che chiuderà la Pasqua di Gesù e
inaugurerà il tempo della Chiesa nascente.
A quaranta giorni dalla risurrezione la tradizione sin dai
primissimi anni, in continuità con la tradizione ebraica, festeggia la
Ascensione di Gesù al cielo. Ovvero quel momento della vita di Gesù in cui,
dopo la passione e la morte, dopo la risurrezione e dopo essere apparso ai
discepoli, “fu elevato in alto e una nube lo sottrasse” agli occhi degli
apostoli; così Luca negli atti degli apostoli racconta questo evento.
Confesso che non so cosa pensare, non so spiegare questo
evento e non intendo farlo. Ciò che tenterò di consegnarvi sono alcune
riflessioni che in questi giorni ho fatto leggendo e rileggendo i testi,
soprattutto il vangelo.
La cosa che più mi ha colpito è il fatto che Gesù ascende al
cielo in Galilea. Ma non poteva fare tutto a Gerusalemme? I discepoli hanno
dovuto lasciare il cenacolo e partire verso nord, verso la Galilea delle genti,
la terra dove tutto iniziò. Già, Gesù si distacca fisicamente da questa terrà
là dove tutto ha avuto inizio. Non se ne va lasciando un vuoto ma se ne va
lasciando una strada da percorrere, o meglio da ripercorrere. Ciò che
sono chiamati a fare i suoi seguaci è ripercorrere giorno dopo giorno la sua
strada, il suo esempio che parte dalla Galilea ed arriva a Gerusalemme. Parte
dalla Galilea, terra di passaggio, terra di migranti e di mercanti, terra dove
le culture si incrociano; Gesù ci chiede di incarnare, come ha fatto lui, la
nostra fede nel quotidiano che siamo chiamati a vivere. È faticoso, lo stiamo
sperimentando ora. Ci piacerebbe continuare a vivere la nostra fede come
abbiamo sempre fatto: la messa quando voglio, tanto c’è a tutti gli orari; la
catechesi affidata agli “esperti” così io posso fare altro; i figli in oratorio
così so dove sono … ma questo corona virus ci ha confuso le idee, ci ha
costretto a cambiare le nostre abitudini di vita e quindi anche di fede.
Abbiamo scoperto che anche in famiglia posso vivere momenti di preghiera;
abbiamo scoperto che anche in famiglia possiamo parlare di Gesù; abbiamo
scoperto che la messa è un dono prezioso al quale possiamo partecipare anche in
modi diversi … Gesù oggi ci chiede il coraggio di incanalare le nostre forze senza
la paura di tentare nuove strade.
Questa nuova incarnazione della fede, che giorno dopo giorno
può e deve assumere tratti diversi, perché anche noi cambiamo assieme al mondo
e alla cultura che ci circonda, deve avere un polo di riferimento per non
perdere l’orientamento del viaggio: “Andate e fate discepoli tutti i popoli,
battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo, insegnando
loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato”. Spesso nella storia della
Chiesa questo versetto è stato interpretato a mio parere in modo errato, per
poterlo comprendere io penso che sia necessario partire dalla fine: cosa ci ha
comandato Gesù? Lo abbiamo visto la scorsa settimana: l’Amore. Non esiste
nessun’altro comandamento che non si possa riassumere nell’Amore donato,
proprio come Gesù stesso ci ha insegnato. Dunque, avendo come unico insegnamento
l’Amore dobbiamo osservarlo per stimolare anche gli altri ad osservarlo. Non
parole vane dunque ma gesti concreti di carità (come i tanti che sto
raccogliendo a nome della Caritas dopo che i nostri giovanotti hanno deciso di
mettersi in campo: l’Amore non può che produrre Amore). Trasmesso il
comandamento della Carità il gioco è fatto: Gesù Cristo è di nuovo in mezzo a
noi: “io sono con voi tutti i giorni”. Sarà questa presenza a scaldare
il cuore degli uomini affinché decidano spontaneamente di unirsi al Cristo per
divenire una cosa sola con lui nel battesimo e quindi a farsi essi stessi
apostoli della buona novella.
Signore Gesù donaci un cuore disposto ad Amare; fa che le
nostre vite, unite a te nel battesimo, possano testimoniare concretamente il
tuo Amore agli uomini; aiutaci a renderti presente a tutti coloro che vagano
dispersi sul sentiero della vita perché con te possiamo camminare verso la
patria del cielo.
Amen
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