Mezzo vuoto o mezzo pieno?

 

8 novembre 2020

XXXII domenica TO – A

Sap 6,12-16 ; Sal 62(63) ; 1Ts 4,13-18 ; Mt 25,1-13

 

In questa 32 domenica del tempo ordinario, Pasqua della settimana, la Parola ci aiuta comprendere quale è lo sguardo di Dio su di noi.

La parabola delle 10 vergini che conosciamo bene, è il racconto di ognuno di noi. In ciascuno di noi c’è saggezza e c’è stoltezza. È la storia della nostra vita, è la storia di come ci stiamo preparando ad incontrare lo sposo.

L’attesa può avere caratteri di difficoltà così come può essere ricca di adrenalina.

Le amiche della sposa che stanno condividendo con essa l’agitazione per la nuova vita che sta per iniziare assieme all’uomo che ama non possono che essere ricche di adrenalina, come si può dormire in una notte così ricca di aspettative? Eppure, tutte si assopiscono.

Quanta amicizia c’è con la sposa? Quanta empatia c’è con questa amica?

Usciamo dalla parabola: che legame c’è tra me e la Chiesa (sposa di Cristo)? Quanta empatia c’è tra me e questa Chiesa di cui faccio parte e che assieme a me è santa ma soprattutto peccatrice?

È faticoso attendere lo sposo … è faticoso soprattutto perché mi lascia il tempo di accorgermi che l’entusiasmo della festa si sgonfia facilmente! È bello far festa durante i battesimi o la celebrazione dei sacramenti, è bello far festa a Natale e a Pasqua ma poi? Tutto questo entusiasmo che fine fa? È faticoso attendere lo sposo!

Ed è così che ci sperimentiamo saggi ma allo stesso tempo stolti!

Ma poi lo sposo arriva e succede qualcosa di favoloso: le stolte spariscono dalla circolazione. Mi piace vedere questa uscita di scena come la possibilità sempre nuova che l’Amore dona a ciascuno di noi.

È come durante il periodo dell’innamoramento: i due fidanzati vedono solo la bellezza l’uno dell’altro. Poi quando iniziano a vivere insieme scoprono che c’è anche altro! Ma l’Amore è bello anche per questo!

Lo Sposo, Dio ci guarda e non può che vedere la bellezza che ci portiamo dentro. Per Dio noi siamo sempre dei bicchieri mezzi pieni, ai nostri occhi spesso invece siamo mezzi vuoti. Quel vuoto può essere una catastrofe o un’opportunità! È una catastrofe quando lo viviamo come un qualcosa che ormai abbiamo perso e che non potremo più avere, diviene un’opportunità quando lo riconosco come spazio utile per essere riempito da qualcuno che può offrirmi qualcosa di arricchente. È l’energia dell’amore che non può che generare qualcosa di nuovo, in noi e per noi.

Dunque, Dio ci offre uno sguardo innamorato, generativo, riempitivo.

Signore Gesù Cristo, Sposo unico della Chiesa, allarga i miei orizzonti affinché il mio sguardo possa incontrare il tuo passo deciso e spedito che tenta di raggiungermi.

Ogni giorno della mia vita sia un’occasione nuova per approfondire e arricchire il mio sguardo d’amore nei tuoi confronti.

Amen

Commenti

Post popolari in questo blog

Un CUORE che arde d'Amore!

Tu vali molto di più!

... cavalca un asino, un puledro figlio d’asina