Relazioni … Legami …

 

22 novembre 2020

XXXIV Domenica TO – A

Nostro Signore Gesù Cristo, Re dell’Universo

Ez 34,11-12.15-17 ; Sal 22(23) ; 1Cor 15,20-26.28 ; Mt 25,31-46

Siamo arrivati anche quest’anno all’ultima domenica del calendario liturgico, con la prossima domenica inizierà l’avvento e quindi ricomincerà un nuovo ciclo della vita.

Al termine di ogni esperienza è necessario fare una revisione di quanto vissuto, almeno per me questa è la prassi ordinaria.

Quest’oggi siamo chiamati dunque a ripercorrere questo anno liturgico, che è iniziato con lo scorso avvento il 1° dicembre e che terminerà con il termine di questa settimana che stiamo iniziando.

Certamente è stato un anno burrascoso sotto tanti punti di vista. Certamente penso che certe situazioni che abbiamo sperimentato sulla nostra pelle o che abbiamo visto accadere attorno a noi, non le augureremmo neppure al nostro peggior nemico … ecco è proprio da questo che voglio partire, non per girare il dito nella piaga dolorosa che qualcuno sta ancora vivendo ma perché l’essenziale nella nostra vita sono le relazioni.

Se siamo stati attendi al vangelo, ciò che questo re chiede ai suoi sudditi è che tipo di relazioni sono stati capaci di instaurare nella loro vita.

Si parla di affamati da sfamare, di assetati da dissetare, di stranieri da accogliere, di malati e di carcerati da visitare.

Potremo iniziare a chiederci se le relazioni che in questo anno abbiamo intessuto nella nostra quotidianità sono state relazioni gratuite, mosse da sentimenti di compassione e quindi di amore; oppure se sono state mosse ben studiate a tavolino per incrementare il nostro Ego, per acquistare una posizione “sociale” più elevata, per intascare qualche monetina in più …

Certo i momenti che abbiamo e che stiamo trascorrendo non mi auguro che ritornino ma non possiamo tacere che, per chi ne ha avuto la forza, possono essere stati veramente dei campi preziosissimi per mettersi in gioco nella Carità, nell’Amore donato.

Nella vita siamo chiamati a intessere legami sempre più stretti e sempre più gratuiti con i fratelli e le sorelle che attraversano le nostre esistenze. Questa non è una esclusiva dei cristiani ma è un qualcosa di inscritto nel DNA dell’uomo.

Certo i cristiani hanno uno stimolo maggiore dell’Istinto dell’uomo (se così lo si può chiamare). Questo istinto, infatti, a volte lascia un po’ a desiderare e lascia spazio ad altri istinti, sempre umani ma molto più vicini all’istinto di sopravvivenza degli animali …

I cristiani ogni giorno pregano (o dovrebbero pregare) volgendo lo sguardo a Gesù di Nazaret, il Cristo crocefisso, e ogni giorno volgendo lo sguardo a quella croce possono contemplare il volto di Colui che ha donato la vita per gli altri. Un uomo che non ha ritenuto la sua esistenza un tesoro prezioso da rinchiudere in un forziere cercando in ogni modo di accrescerlo. Ma un uomo che ha seminato la sua vita affinché la vita di ogni altro uomo potesse essere migliore. È il dono d’Amore che ogni uomo e ogni donna sono chiamati a ripetere nella storia.

Tornando dunque alla revisione del nostro anno liturgico proviamo a chiederci: di fronte alle fatiche e alle sofferenze dell’umanità che vive accanto a me, come ho reagito? Ho saputo solo esprimere parole di rabbia, di dissenso, di negazione, parole che spezzano i legami? Oppure ho saputo lasciar agire il mio cuore donando gesti concreti d’Amore, esprimendo consigli positivi per il miglioramento delle situazioni, appoggiando o sostenendo, pur nella fatica, chi si è dato da fare per salvare il salvabile?

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